The Innocents, l'horror angosciante che esplora le emozioni umane (di Bonigol)



di Bonigol

Se dovessi scegliere un aggettivo, uno soltanto, per descrivere The Innocents, horror danese diretto da Eskil Vogt (sceneggiatore di Thelma), la definizione sarebbe angosciante. 

Due ore di inquietudine e raccapriccio accompagnano la visione di questo film che sa distinguersi per la sua capacità di intrecciare l'indefinito alla profonda esplorazione delle emozioni umane.

Nel giardino che unisce i palazzoni di un tranquillo complesso residenziale, durante il periodo delle vacanze estive, fanno amicizia un gruppo di bambini: Ida e sua sorella Anna (affetta da autismo) che si sono appena trasferite, Ben (cupo e solitario) e Aisha. Inizialmente i loro giochi sono innocenti ma giorno dopo giorno Ben lascia emergere un'indole malvagia che spaventa le altre tre amiche e al tempo stesso affascina Ida. Ognuno di loro quattro è speciale e ha una dote che scoprirà di poter usare nel bene oppure nel male. Questo porterà a una serie di tragici eventi che causeranno dolore nel quartiere e fratture all'interno del loro gruppetto.

Uno degli aspetti più affascinanti di The Innocents è sicuramente il modo in cui riesce a suscitare empatia nel pubblico attraverso i suoi giovani protagonisti. 

La presenza di bambini in un contesto horror amplifica le emozioni, rendendo le situazioni di pericolo ancora più intense e coinvolgenti. Gli "innocenti" con la loro vulnerabilità e purezza, fungono da specchio per le paure e le speranze degli adulti, creando un legame emotivo più forte con lo spettatore. 

Attenzione però, i bambini e le loro gesta non sono solo un mezzo per creare tensione, ma servono anche a esplorare temi complessi come la moralità, la crescita nonché il difficile rapporto con gli adulti (genitori in particolare). Inoltre, il film utilizza abilmente la prospettiva infantile per far riflettere sul confine tra giusto e sbagliato. Le azioni dei piccoli, spesso guidate da un senso di giustizia primitivo e non filtrato, mettono in luce la complessità della moralità umana. Difficile, a quell'età, metter freno agli impulsi più o meno legittimi. Questo approccio non solo arricchisce la narrazione, ma invita anche il pubblico a riflettere da una prospettiva adulta. 

Un altro elemento di forza di quest'opera è la caratterizzazione dei personaggi. Ogni bambino ha una personalità ben definita e un arco narrativo che rende la storia più ricca e sfaccettata. Le loro interazioni, a volte dolci e altre volte crudeli, riflettono la complessità delle relazioni umane e la difficoltà di crescere in un mondo che non sempre è bianco o nero. Molti dettagli, quasi impercettibili ma (se notati) tonanti, fanno venir voglia di scavare ancor più a fondo, varcare le porte delle loro vite per trovare le radici di odio e amore.

La regia di The Innocents è particolarmente efficace nel creare un’atmosfera inquietante e opprimente. Le riprese, spesso ravvicinate e intime (quasi sempre alla luce del sole) permettono allo spettatore di entrare nel mondo dei giovani protagonisti, vivendo le loro paure e scoperte in prima persona. 

Della colonna sonora, minimalista ma incisiva, quasi non ci si accorge tanto è discreta e mai invadente.

The Innocents (al di là delle sequenze più disturbanti) è un esempio eccellente di come l'horror scandinavo del nuovo millennio riesca a mettere la paura e la tensione al servizio di temi profondi e universali, offrendo agli appassionati del genere momenti di grande cinema.

Commenti

  1. Speravo, e spero ancora, di leggere un intervento di Bonigol sul mio https://francobattaglia.blogspot.com/2024/08/perche-lhorror.html
    dove cerchiamo, anche col parere di tanti lettori e, perché no, appassionati, dinamiche e tematiche del fenomeno horror.
    Tornando a questa pellicola, trovare ogni volta sottolineati gli aggettivi "angosciante", "raccapricciante", "opprimente", "disturbante".. mi fa chiedere di nuovo come mai abbiamo bisogno di calarci e, purtroppo, accomodarci ai livelli più bassi della nostra emotività per godere forse del solo fatto che alla fine, liberatoriamente, si esce tutti dal cinema e ci si spara una pizza.
    Tranne quelli malati che finiscono per spararsi per davvero e che forse dovrebbero guardare altro..

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  2. Buongiorno. Io in realtà sono diversi giorni che penso ai profondi spunti che questo film mi ha regalato (volendo pur lasciare l'horror da parte). Ho letto il post a cui fa capo il tuo link e pottei anche commentare ma temo diverrebbe una "battaglia", visto che percepisco una chiusura totale da parte tua nei confronti di questo genere. Credo che l'equilibrio sia "noi" che continuiamo a guardare horror e "voi" che continuate ad odiarlo. Almeno così mi pare. Un saluto.

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