883: gli impietosi ritratti di "Sei uno sfigato" e "Te la tiri"



In "Non me la menare", la coppia Pezzali-Repetto prendeva in giro il ragazzo di provincia che cercava di darsi un tono..metropolitano, parlando di "argomenti da laureati" e sfoggiando un finto romanticismo. 

Concetti ripresi e ampliati in "Sei uno sfigato", terza traccia di "Hanno ucciso l'Uomo Ragno": l'avatar di Max e Mauro (cioè il personaggio che rappresenta i loro caratteri e che è protagonista del disco) prende in giro il coetaneo che va in bianco a causa proprio del suo (finto?) romanticismo, che si presenta a casa della ragazza con il disco di Masini per fare colpo e che si dimostra disponibile all'ascolto, rimanendo però a bocca asciutta. 

Ma lo "sfigato" del brano è un ragazzo di famiglia benestante, che si vuole distinguere all'interno del bar del paese in cui è cresciuto: si atteggia con il telefono cellulare (all'epoca era infatti un bene di lusso che identificava uno status symbol), utilizzato peraltro solo per chiare la madre; si mette in posa davanti allo specchio del bar, con i suoi occhiali da sole, risultando però una "caricatura" vivente, inevitabilmente preso di mira da tutti.  Vuole fare infatti il ragazzo della "Milano da bere", nel contesto di provincia, risultando sostanzialmente ridicolo, uno sfigato appunto che millanta frequentazioni da jet-set e che crede di essere "ricco e potente".  

Sei uno sfigato - 883: il testo

Dimmi cosa fai quando stai con lei

Metti le cassette di Masini

Lei poi ti racconta i suoi casini

Roba che se non facevi il romantico

Lei magari ti diceva "facciamolo"

Ed invece sei rimasto fregato

Da "Perché lo fai" e "Disperato"

Hai comprato pure il cellulare (yeah)

Da tua madre tu ti fai chiamare

Per far finta di essere uno importante

"Chiamo dopo sono in mezzo alla gente" (yeah)

Fingi di essere come Berlusconi

Pieno di ragazze e di milioni (yeah)

Fino a ieri eri come noi

Invece adesso cosa sei (yeah)

Sei uno sfigato, ma cosa vuoi
No, no, no, no, no, no
Sei uno sfigato, ma chi sarai mai
Ai, ai, ai, ai, ai, ai

Quando vai nei bar fai un po' la star

Tu ti metti sempre accanto agli specchi

Poi ti guardi dritto fisso negli occhi

E la mano passi in mezzo ai capelli

Dici, "Ue maronna troppo belli"

Non ti muovi mai per evitare

Che la giacca ti si possa sciupare

Quando metti su gli occhiali da sole

Con quell'aria da grande attore

Credi che le donne muoiano ai piedi

Di uno come, te però non vedi

Che ti prendono soltanto in giro

E tu che continui a fare il duro

Fino a ieri eri come noi

Invece adesso cosa sei

Sei uno sfigato, ma cosa vuoi
No, no, no, no, no, no
Sei uno sfigato, ma chi sarai mai

Quando parli tu, sembra che sai più

Cose strane di Novella 2000

Del jet-set sai tutto quello che tira

Perché dici di conoscerli tutti

È per questo che conosci i fatti

Il tuo panfilo a Montecarlo

Io ti giuro, vorrei proprio vederlo

Dici che fai quasi tutti gli sport (ah-ha, aoh)

Dal rock 'n' roll acrobatico al golf (ah-ha, aoh, yeah)

Spesso fai l'intenditore di vini (ah-ha, aoh)

Sei pure uno chef quando cucini (ah-ha, aoh, yeah)

Credi di essere uno ricco e potente (ah-ha, aoh)

Uno che può far tremare la gente (ah-ha, aoh, yeah)

Ed invece tu che cosa sei (ah-ha, aoh)

Uno qualsiasi come noi (ah-ha, aoh, yeah)

Sei uno sfigato, ma cosa vuoi
No, no, no, no, no, no
Sei uno sfigato, ma chi sarai mai
Ai, ai, ai, ai, ai, ai
Sei uno sfigato, ma cosa vuoi
No, no, no, no, no, no
Sei uno sfigato, ma chi sarai mai
Ai, ai, ai, ai, ai, ai


É altrettanto impietoso il ritratto della ragazza del brano successivo, "Te la tiri", peraltro ispirata a un personaggio reale, una parrucchiera, "la figa di Provincia" (così la definì Pezzali), "la fotomodella dei poveri". Una ragazza che rappresenta le "arrampicatrici sociali" dell'epoca, ossessionate dall'idea di ricchezza e alla ricerca di un partner capace di soddisfare i loro desideri. Peccato che essi finiscano semplicemente per portarsela a letto,  e poi "tanti saluti". 

La protagonista di "Te la tiri" è molto avvenente, provocante e vistosa, truccata in modo pesante e vestita in modo succinto. Invidiosa verso le altre donne (la "Regina" può essere solo lei), attrae alle feste l'attenzione di tanti ragazzi, distribuendo "due di picche". Ma come detto, la beffa è in agguato. 

Te la tiri - 883: il testo

Tu ti vesti da fotomodella,

Di quelle di Vogue tu ti credi più bella.

Passi le ore allo specchio del bagno

Trucco indelebile il tuo grande sogno.

Credi di essere intelligente, anche se parli da vera demente,

Perché impegnandoti al massimo

Riesci a dire se il toro sta bene coi pesci.

Cammini cammini cammini - mini

Facevi prima ad uscire in bikini.

Si vede tutto, di tutto e di più, e tu che tiri la gonna più su.

Però tu vuoi fare la donna all'antica,

Quella che ti fa vedere la AUS.

Ma poi si tira indietro: non voglio,

Prima do un occhio al tuo portafoglio.

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Con quel profumo pesante da Dio

Che metti su a litri, lo proverò anch'io

Per farti vedere che cosa si sente,

Che fa quasi male, che infesta l'ambiente.

Quando ti passa vicino una donna

Con che disprezzo le guardi la gonna.

Oddio! Che gambe, che brutta, è dipinta

E poi che seno, io porto la quinta.

In un mondo di cessi sei l'unica bella,

Ti credi grande, una diva, una stella.

Quando ci guardi dall'alto dei tacchi

Lo sai che sappiamo che tu tiri i pacchi.

Perché, in effetti, nessuno ti caga,

Sei troppo tesa, fai troppo la figa;

Anche se poi veramente lo ammetto,

Quando tu provochi sai fare effetto.

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Quando vuoi fare la fuori di testa

Fingi di bere, comincia la festa.

Ridi da oca, sculetti di brutto,

E tutti che pensano adesso mi butto.

Ma il Due di Picche è sempre in agguato,

E tu scendi in pista con passo felpato.

Balli in un modo che non centra niente,

Perché vuoi soltanto arrapare la gente.

Tu punti solo quei tipi importanti:

Soldi pochissimi, debiti tanti.

Solo che sanno colpire nel segno,

E tu che ci caschi nel loro disegno.

Passano a prenderti con l'ammiraglia,

Cene, taccona, aragosta e tenaglia.

Quando alla fine li hai conosciuti,

Ti portano a letto con tanti saluti.

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah

Te la tiri ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah


Commenti

  1. Mi hai fatto ricordare quando in banca, sul finire anni 80, sfoggiavamo sulla scrivania Motorola finti comprati dai vu' cumpra' dell'epoca, con suoneria fasulla integrata, per atteggiarci a piccoli manager rampanti..☺️😀🫢

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