Cocainorso, la commedia horror che non si prende sul serio (di Bonigol)

di Bonigol

Uscito al cinema un anno fa, Cocainorso, diretto da Elizabeth Banks, è un film che decide volutamente di non prendersi troppo sul serio mescolando elementi di commedia nera e horror per raccontare una storia tanto assurda quanto drammatica ed esilarante al tempo stesso. 

Come il neologismo del titolo lascia ben intendere, il film narra le vicende di un orso nero che ingerisce una quantità impressionante di cocaina, scatenando una serie di eventi caotici e violenti. Tutto ciò è ispirato (ma molto alla larga) ad un fatto di cronaca del 1985, quando, negli Stati Uniti, in un parco forestale, un orso ingoiò un panetto di cocaina morendo di overdose ma senza seminare panico o spargere sangue. L'orso in questione fu popolarmente rinominato "Pablo Escobear".

C'è, dunque, una buona dose di fantasia nella trasformazione del placido orsacchiotto in una sorta di terror-ninja-terminator incazzato col mondo intero conseguentemente allo "sballo" involontario.

Il film si distingue per il suo tono farsesco e sopra le righe, con personaggi stravaganti e situazioni al limite del surreale.  Alle prese con l'orso "strafatto" ci sono una Ranger e il suo aiutante, una gang di ladruncoli, due bambini che hanno marinato la scuola, la madre di uno di loro e ovviamente coloro che sono in cerca della "roba" (gettata da un aereo in procinto di schiantarsi) e il poliziotto della narcotici. 

Su costoro incombe la furia vorace dell'orso strafatto mentre una narrazione stile slasher rimbalza da una vicenda personale all'altra intrecciandosi molto spesso e creando un garbuglio dapprima piacevole che diviene però via via più pesante.

La premessa "buffa" potrebbe far pensare a un film divertente e ansiogeno allo stesso tempo ma Cocainorso è disseminato di piccoli difetti che fanno perdere un po' l'identità della commedia noir e a prevalere (oltre al nonsense) è solo splatter a badilate.

Gli eccessi del film sono evidenti sia nelle scene di azione che nei dialoghi taglienti, comunque capaci di strappare qualche risata anche in momenti cruenti.

Giocando con alcuni cliché, il film sembra veicolare un messaggio (non troppo originale) sul fatto che l'uomo tenda a dare per scontata la natura e il proprio controllo su di essa.

La visione non regala emozioni tali da elevare troppo in alto Cocainorso nella sua totalità. Certo, alcune sequenze resteranno impresse, tuttavia non ci sono grossi "picchi" sotto qualunque aspetto cinematografico lo si voglia analizzare.

Personalmente trovo interessante questa idea dell'animale che è una scheggia impazzita ma avrei gradito più realismo in gran parte delle situazioni ed è inoltre assai facile prevedere chi tra gli sventurati farà una brutta fine e chi no. 

Un fuoco di paglia, che scalda per poco un certo interesse, per poi lasciarti lì, al freddo, dopo pochi istanti, con la convinzione che si potesse fare molto meglio

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