Nosferatu, con Eggers omaggio e rinascita del cinema vampiresco (di Bonigol)

Screenshot dalla Wikipedia

di Bonigol

Robert Eggers ci ha incuriosito e affascinato fin dai suoi primi lungometraggi (The Witch e The Lighthouse) grazie alla grande cura nel rappresentare un determinato contesto, alle atmosfere irresistibilmente gotiche e ad un confacente uso di luci e ombre che limita all'essenziale l'uso dei colori.

Ambientato in una cupa e decadente Europa dell'Est, Nosferatu (che in lingua romena significa letteralmente il "non spirato") è il remake di un classico dell'horror vampiresco che prende corpo dalle precedenti opere di Friedrich Wilhelm e soprattutto dalla illustre penna di Bram Stoker. 

Thomas Hutter (Nicholas Hoult) è un giovane agente immobiliare che vive a Wisborg, in Germania, con la sua innamoratissima sposa Ellen (Lily-Rose Depp). I due, freschi di matrimonio, sono in cerca di una maggiore stabilità finanziaria e la grande occasione arriva quando un anziano nobile, il Conte Orlok, che vive in un tetro castello sui Carpazi, decide di acquistare una vecchia proprietà messa in vendita dall'agenzia alle cui dipendenze lavora Thomas. Il suo capo sceglie proprio il giovane, come esecutore, ma egli dovrà mettersi in viaggio fino alla sperduta dimora del Conte per fargli firmare il contratto. Partirà, nonostante i brutti presentimenti di Ellen, frutto di incubi ricorrenti e della sensazione che qualcosa di sinistro stia per accadere. 

Il male che avanza è un argomento ricorrente nel cinema horror e spesso si nutre di grandi debolezze dell'essere umano, come ad esempio la solitudine, che spinge ad abbassare le difese e rendere il soggetto più "accogliente". È il grande tema di questo film che viene sviluppato con meno ghirigori "sentimentali" (rispetto, ad esempio, al Dracula di Coppola) ma puntando più sull'istinto primordiale, quasi animalesco, della "belva" che reclama la sua preda. La violenza psicologica si scontra con quella fisica (che comunque è presente) e prevale. 

Eggers, come suo solito, dà priorità alle suggestioni visive con un utilizzo capace delle sfumature di grigio e un gioco d'illuminazione sfumata, che quasi cambia a seconda del personaggio focalizzato. 

Quando il conte Orlok (interpretato da un Bill Skarsgård reso irriconoscibile dal make-up) appare sulla scena, tutto diviene più freddo, i colori spariscono e lasciano spazio a un bianco e nero che rasenta l'argentato. Perfino il sangue risulta spesso scuro come il petrolio. La capacità di rendere inquietante ogni atmosfera viene ottimizzata grazie alle più moderne tecniche di ripresa senza che il "nuovo" disperda l'essenza del "classico" diretto da Murnau: il Nosferatu di Eggers non è soltanto un omaggio e una rivisitazione ma è anche e soprattutto una reinvenzione. 

Le ricostruzioni, come già accaduto nella sequenza iniziale di The Witch, sono curate nei minimi dettagli che siano locande sperdute nelle alture, porti, interni di abitazioni signorili o strade affollate di città.

Il cineasta newyorkese ha portato avanti il suo progetto nonostante varie difficoltà, come una scena girata a bordo di una vera goletta, con il mare realmente inquieto o la ricerca di un castello diroccato che si trovasse realmente in Transilvania (intento riuscito in parte). 

Mark Horven ha composto melodie (tra le quali spicca la bellissima e ansiogena Daybreak) dissonanti che passano dal "bisbiglio" allo stridere d'archi, il tutto assolutamente in linea col senso d'inquietudine costante trasmesso dal film. 

Sul cast, nulla da dire se non encomi. Ognuno dà il suo contributo molto bene. Lily-Rose Depp con il suo personaggio pieno di complessi, turbe e sfaccettature e Nicholas Hoult (forse appena un po' rigido) sono molto bravi. Bill Skarsgård è un uomo mascherato e se ne vedono poche (ma buone) tracce. Poi c'è Willem Dafoe (divenuto, ultimamente, ingrediente vincente di ogni "ricetta" cinematografica) che in un film intriso di esoterismo arriva, nei panni del dotto in materia di occulto, a unire i puntini e a mettere al corrente i vari personaggi su ciò che sta realmente avvenendo. 

Affascinante, avvolgente, avvincente e tecnicamente impeccabile, Nosferatu è, però, un'opera riservata agli amanti di horror e dark-movies poiché tali sono la matrice della storia che racconta e l'inevitabile taglio della narrazione. Non che gli altri si debbano tenere alla larga, per carità, non intendo questo. Mai sottrarsi al cinema di qualità, quando ci offre tali occasioni e film come questo rendono onore (senza ombra di dubbio) alla nostra amata settima arte.

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