Blink Twice: suspense ma... un pizzico di sale di troppo (di Bonigol)


di Bonigol

L'abbiamo ammirata recentemente in Kimi (di Steven Soderbergh) e The Batman (di Matt Reeves) ma col suo Blink Twice, Zoë Kravitz, si è dimostrata pronta a stupirci (e inquietarci) anche da dietro alla macchina da presa. Il lungometraggio che segna il suo esordio come regista è un thriller psicologico avvolto da un fitto alone di mistero, che potrebbe rievocare (alla lontana) qualche opera di Night M. Shyamalan. È, per intenderci, uno di quei film in cui tutto sembra filare via liscio, in una calma piatta già di per sé poco rassicurante, finché un dettaglio che non quadra "accende le luci" su uno scenario (poco rassicurante) che si fa via via sempre più spaventoso. 

Frida e Jess (Naomi Ackie e Alia Shawkat) sono due cameriere di catering che, durante un lussuoso banchetto, catturano l'attenzione del milionario Slater King (Channing Tatum), il quale le invita a passare un periodo di vacanza su un'isola di sua proprietà, dove si è auto-esiliato in seguito allo scandalo che lo ha coinvolto, riguardante alcuni abusi di potere. Le due giovani accettano con entusiasmo e partono, insieme ad altri ospiti, alla ricerca di relax, evasione e divertimento in quel luogo affascinante circondato dal mare e abbracciato alla natura.

Tuttavia, ben presto, piccoli accadimenti (apparentemente privi di senso), iniziano a danneggiare l'atmosfera idilliaca dell'isola e nella poca razionalità (annegata tra cocktail e altri sballi) rimasta alle villeggianti si fanno spazio paurosi, leciti interrogativi. 

Lo schema innescato da Blink Twice si serve di un ritmo narrativo che cresce gradualmente, tenendo lo spettatore con il fiato sospeso fino alla fine. Attorno all'enigma dell'isola vorticano riflessioni sull'amicizia, la manipolazione e il lato oscuro di ricchezza e potere. I personaggi (ben caratterizzati) sono parte dell'atmosfera che si viene a creare, ognuno con i propri segreti e paure,  con un passato da raccontare o nascondere. 

Kravitz si diverte a seminare indizi, dettagli impossibili da ignorare, catturati continuamente dalla telecamera per giungere ai nostri occhi sempre più sopraffatti dalla curiosità. La fotografia, ricca di colori caldi ed esotici, dà una grande mano a questo progetto, tanto che alcune sequenze di balli ed entusiasmi festaioli sono coreografiche, "infiorettate" da musiche ben orchestrate che sanno passare dal goioso al sinistro con pertinenza calzante.

Veniamo ora ai punti deboli.

La scelta di contestualizzare su di un'isola tropicale questa storia (il film è stato girato in Messico), sebbene consenta di giocarsi la carta ambigua della superstizione, risulta strada assai battuta nell'ultimo lustro. Già Old, The Menu, Knives Out (Glass Onion) e Fantasy Island (solo per menzionare titoli recentissimi) ci avevano fatto provare questa stessa "claustrofobia" insulare facendoci sentire in trappola, privi di vie d'uscita. 

Alcuni espedienti, come ad esempio un paio di improbabili faccia a faccia con un'anziana indigena addetta alle pulizie delle stanze, puntano dritto a far sensazione e se ne sbattono altamente della logica dei ruoli. Sono, inoltre, presenti un paio di personaggi la cui utilità è assai discutibile, soprattutto perché  non ci si è preoccupati (e poteva essere fatto) di aumentarne lo spessore. 

Insomma, magari c'è un pizzico di sale di troppo, qualche minuto di cottura in meno, ma io ho apprezzato questa visione che ho portato avanti con trasporto e senza sbadigli. 

Oltre ai tre personaggi principali, nel cast troviamo dei "redivivi" del cinema come Geena Davis, Kyle MacLachlan, Christian Slater e (visto che ho menzionato Shyamalan) Haley Joel Osment (era il bambino de Il Sesto Senso). Cito anche Adria Arjona, che avevo recentemente incrociato in The Belko Experiment. 

La critica non si è espressa unanimemente nei confronti di Blink Twice. Qualche "tirata d'orecchi", Zöe Kravitz, l'ha ricevuta. Per quanto mi riguarda è un buon esordio, ma ora viene il difficile e alzo le mie aspettative in attesa delle prossime storie che vorrà "raccontarci".

Commenti

  1. Ecco..una chance per guardare Joel, il bambino stupendo de Il sesto senso (uno Shyamalan mai più a quel livello) gliela offro.. ;)

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  2. Anche io sono curioso, viste le divergenze dei nostri gusti cinematografici. 🙃
    Il film è da qualche giorno disponibile su Prime.

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