Nel 1994 Francesco Salvi partecipò per la quarta volta a Sanremo con il brano "Statento!", portando sul palco dell'Ariston i suoi versi demenziali, ironici e soprattutto dissacranti.
Il successo di Esatto!, ma anche di "C'è da spostare una macchina" (canzone non portata a Sanremo: gli altri due pezzi sanremesi furono A e Dammi 1 bacio) non fu più raggiunto, ma "Statento!" rimane un brillante esempio dello stile irriverente del comico lanciato dal Drive In.
Non è certamente un inno dalla "de-responsabilizzazione", quanto piuttosto una critica all'eccesso opposto: mettere troppi divieti è negativo, si rischia di rimanere a una condizione di immobilismo: la maturità di un uomo passa anche dagli errori e dalle lezioni apprese.
È come la celebre citazione del film "Il terzo uomo":
In Italia in secoli di guerra e distruzione hanno fatto Michelangelo, il Rinascimento, Donatello. In Svizzera, dopo anni di amore fraterno, che hanno prodotto? Gli orologi a cucù!
La stessa evoluzione dell'uomo non è solo segnata da errori e progresso, ma anche da persone che hanno aggirato divieti e leggi ingiuste e con le loro azioni hanno determinato l'evoluzione stessa. Stando sempre "atentissimi" si rischia una retromarcia totale e una regressione.
È questa la morale di "Statento!", anche se attenzione, Salvi non voleva assurgere a guru: non si prende troppo sul serio, nello stesso testo, parlando di "canzoni che devono avere la morale". In fondo ciò che conta è cantare e divertirsi.
Statento! di Francesco Salvi: il testo
Statento!
Non devi fare le cose
Che non devi fare
Tu non devi farle capito che
Tu devi fare soltanto le cose che
Tu devi fare e non
Fare le cose che
Non devi fare le cose che
Non devi fare tu non devi farle capito che
Tu devi fare soltanto le cose che
Tu devi fare e non fare le cose che
Io quand’ero piccolino c’era sempre ‘sto vocino
Che diceva di non fare
Le cose che mi piacciono di più
Statento!
Non gridare, non fumare poi non bere, non dire, non fare
Non toccarti il pistolino
Se no si stacca e cade giù
Cade giù cade giù cade giù cade giù cade
Statento!
Non devi fare le
Cose che non devi
Fare tu non devi
Farle capito che
Tu devi fare soltanto le cose che
Tu devi fare e non
Fare le cose che
Faccio presente che se quando vocino va avanti ancora un po’
Mi farà diventar matto
Divento matto anche senza la vocina
Ma almeno mi diverto di più e conosco anche più gente
No, no, non esiste nessuno
Che non ha sentito mai
Quella voce gridar: statento!
No, no, non esiste nessuno
Che non l’ha ascoltata mai
E continua a gridar: statento!
E così l’uomo passò attraverso la preistoria e il medioevo
E raggiunse la pubertà e isole comprese
E la sua mente partì diretta verso gli spazi siderali
Alla conquista delle galassie più lontane
Ma anche lì l’uomo trovò quella vocina che gli dice
Non toccare niente, non spostare un accidente
Sta su tutto per un pelo
Appena tocchi cade tutto giù
Cade giù cade giù cade giù cade giù cade
E come tutte le canzoni questa qua per esser tale deve avere una morale
Ma che cosa vuoi insegnare
Ma così tanto per cantare
Proibito cantare
E pettinati
Ma non si può neanche scherzare
Proibito scherzare e pettinati
Come non si può scherzare
Non si può scherzare
Sì
No
Sì
No
No, no, non esiste nessuno
Che non ha sentito mai
Quella voce gridar: statento!
No, no, non esiste nessuno
Che non l’ha ascoltata mai
E continua a gridar: statento!
E così, sì, proprio così, l’uomo mise la retromarcia
E dormi nel suo mondo
Ma se non statento e continua andare avanti così
Va a finire che la terra l’uomo non la coltiva neanche più
La mangia così com’è, e basta
No, no, non esiste nessuno
Che non ha sentito mai
Quella voce gridar: statento
No, no, non esiste nessuno
Che non l’ha ascoltata mai
E continua a gridar: statento
Ma ora si è fatto leggermente tardi
E vi lascio con i consigli per gli acquisti
Statento
Dai, dai, dai comprate ‘sto disco
Sarà presto nei migliori negozi
Nei peggiori è arrivato già da un po’
Statento.
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