Alice: spiegazione dell'indimenticabile brano di Francesco De Gregori

Dedicato a mio nonno Nicandro, nato l'11 aprile del 1919, grande appassionato di musica e cantautorato italiano. Alice era uno dei suoi brani preferiti.


Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole, mentre il mondo sta girando senza fretta. 

È uno dei versi più iconici della musica italiana quello con cui inizia "Alice", canzone del 1973 di Francesco De Gregori che racconta storie non intrecciate tra loro. Il cantautore è come un poeta: un osservatore della realtà. E la restituisce in versi, in musica, associandola a immagini. 

De Gregori, precisiamo, non è amante delle esegesi dei suoi testi. In effetti la sua scrittura è raffinata, ricca di immagini, ma difficilmente "criptica". Quindi consideriamo "Alice" per quello che racconta. 

L'attenzione si focalizza in principio su Irene, protagonista di un altro brano dell'album Alice non lo sa (1973): ragazza che si suicida gettandosi dalla finestra. Se Irene è la stessa dell'altra canzone, allora questo suo guardarsi allo specchio, fumando una sigaretta, a dispetto dell'apparente tranquillità, è un momento di riflessione in cui ha coltivato l'idea di farla finita. Il sottofondo è Lillì Marlene, canzone di Marlene Dietrich che racconta i sentimenti di un soldato impegnato nella Grande Guerra e i suoi pensieri rivolti alla fidanzata. Forse il suicidio di Irene è motivato da un amore finito male: ma ribadiamo, è una deduzione.

Nel ritornello De Gregori parla di uno novello sposo che non vuole più unirsi in matrimonio con la sua donna, ma che non l'abbandona, rimanendo vicino a lei e al figlio in arrivo: un grido di ribellione alle convenzioni sociali, che fanno pensare agli invitati che lo sposo sia ubriaco o impazzito. 

Il terzo ritratto è in realtà un ricordo dello scrittore Cesare Pavese, innamoratosi di una ballerina americana che poi lo lasciò improvvisamente, senza lasciare spiegazioni. Così il Cesare di De Gregori rimane ad aspettarla sotto la pioggia battente, per ore. "Rimane lì" anche a mezzanotte, mentre passa l'ultimo autobus.

Quarto personaggio di Alice è il medicante arabo "che ha qualcosa nel cappello". Quel qualcosa è un cancro: il verso originale infatti recitava "ha un cancro nel cappello". Si tratta di un "ultimo" alla De Andrè, che nonostante le sue condizioni di vita e di salute, mantiene grande dignità. Vive della carità altrui, ma non lo troverete mai a infastidire i passanti chiedendo l'elemosina.

E Alice? È un altro personaggio, non necessariamente l'osservatore esterno: è una ragazza immersa nei suoi pensieri e che ignora le vite e le storie degli altri personaggi. Certamente noi siamo un po' tutti Alice: quando ci fermiamo, pensiamo, osserviamo, mentre le vite degli altri scorrono, ognuno alle prese con i propri guai e le proprie vicissitudini. 

Alice di Francesco De Gregori: il testo

Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole
Mentre il mondo sta girando senza fretta
Irene al quarto piano è lì tranquilla
E si guarda nello specchio e accende un'altra sigaretta
E Lili Marlene, bella più che mai
Sorride e non ti dice la sua età
Ma tutto questo Alice non lo sa
"Ma io non ci sto più", gridò lo sposo e poi
Tutti pensarono dietro ai cappelli
"Lo sposo è impazzito oppure ha bevuto"
Ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa
Non è così che se ne andrà
Alice guarda i gatti e i gatti muoiono nel sole
Mentre il sole a poco a poco si avvicina
E Cesare perduto nella pioggia
Sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina
E rimane lì a bagnarsi ancora un po'
E il tram di mezzanotte se ne va
Ma tutto questo Alice non lo sa
"Ma io non ci sto più", e i pazzi siete voi
Tutti pensarono dietro ai cappelli
"Lo sposo è impazzito oppure ha bevuto"
Ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa
Non è così che se ne andrà
Alice guarda i gatti e i gatti girano nel sole
Mentre il sole fa l'amore con la luna
Il mendicante arabo ha qualcosa nel cappello
Ma è convinto che sia un portafortuna
Non ti chiede mai pane o carità
E un posto per dormire non ce l'ha
Ma tutto questo Alice non lo sa
"Ma io non ci sto più", gridò lo sposo e poi
Tutti pensarono dietro ai cappelli
"Lo sposo è impazzito oppure ha bevuto"
Ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa
Non è così che se ne andrà

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Commenti

  1. Tuo nonno aveva un nome particolarissimo, che ho sentito ben poche volte.
    La canzone invece, mi perdonerete, non l'ho mai amata.

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    1. E' un bellissimo nome di derivazione greca :). Sulla canzone stra-perdonatissima: non è neppure tra le mie favorite

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  2. Grazie per questo approfondimento. Un testo che in effetti mi ha sempre suscitato curiosità.
    Ho conosciuto un ragazzo qualche anno fa di nome Nicandro. Trovo che sia un bel nome :)

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    1. Grazie a te per aver letto e apprezzato :). Alice non è tra le mie canzoni favorite (a differenza di nonno) ma la tipologia di canzone mi piace molto: cioé questi "spaccati" di società, un po' come il Porta Portese di Baglioni.

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  3. Una canzone che mi piace, un evergreen che si perde tra i capolavori del repertorio di De Gregori. Bell'analisi del testo, un carosello di scene cui l'innocenza di Alice non bada, lei pensa a guardare i gatti...
    Anche "Titanic" racconta tante piccole storie...

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    1. Grazie per aver apprezzato :). De Gregori è materia non facile di analisi, lui stesso in qualche intervista "ha sgridato" chi cercava di interpretare i suoi brani andando oltre al significato letterale del testo

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