di Bonigol
Ci sono cascato anche io, alla prima visione di Zombie contro Zombie - One Cut of the Dead, film giapponese del 2017 diretto da Shin’ichirô Ueda e costato appena ventimila dollari. Perplesso e quasi stizzito stavo per mollare prima della fine del lunghissimo (ben 37 minuti) piano sequenza iniziale, dove viene mostrata una sgangherata troupe cinematografica intenta a girare un film horror da quattro soldi. Il regista interviene sbraitando e tacciando tutti di lassismo e inettitudine. Ma una maledizione incombe su tutto lo staff.
Visto il basso livello di recitazione e i trucchi di scena anni settanta, credevo di trovarmi di fronte a un ridicolo b-movie che con presunzione s'illudesse di raccontare "cinema nel cinema". Niente di più sbagliato. Ringrazio quel piccolo brandello della mia curiosità che non mi ha fatto interrompere la visione perché avevo di fronte uno dei film più geniali di questo millennio nonché il più brillante esempio di metacinema che abbia mai visto.
Intendiamoci, si tratta comunque di una produzione a budget bassissimo (film costato meno di una Fiat Cinquecento), per cui non è lecito aspettarsi la computer grafica della Marvel, le schiume di lattice di Spielberg o le prospettive centrali di Kubrick, però Zombie contro Zombie - One Cut of the Dead è la dichiarazione d'amore più profonda per la settima arte, la manifestazione del fatto che tutto è possibile nel cinema se si è spinti da così grande passione.
La prima mezz'ora, dunque, è magistralmente fuorviante perché necessaria a comporre un sorprendente disegno più grande, come in quei giochi di enigmistica in cui tanti puntini sul foglio, disposti apparentemente a casaccio, assumono un significato quando il tratto della penna li unisce. Il regista lo sa e gioca volutamente con questo aspetto (che è il principale) del film preparando così il pubblico a qualcosa di sorprendente che prende corpo un fotogramma dopo l'altro.
Uscito in sordina, il film ha incassato ben 31 milioni di dollari, richiamando l'attenzione grazie al passaparola e alla risonanza dei media dopo i numerosi riconoscimenti ricevuti nei vari festival del cinema nipponici.
Zombie contro Zombie - One Cut of the Dead non strizza l'occhio soltanto agli appassionati dell'horror (poiché la sua natura horror è solo un camuffamento, in realtà è una commedia) ma ammicca a chiunque ami il cinema a 360 gradi, l'idea, la produzione, gli imprevisti, il dietro le quinte e perfino gli accrocchi che si nascondono dietro a una realizzazione.
Per dovere di cronaca, esiste anche un remake europeo del 2022, girato in Francia (nel cast anche Bérénice Bejo e la "nostra" Matilda Lutz) e intitolato Cut. Ammetto, spinto dall'entusiasmo, di aver visionato anche questo. Bello, davvero, ma le emozioni che mi ha lasciato l'originale sono altra cosa.
Consiglio assolutamente Zombie contro Zombie - One Cut of the Dead per la sua capacità di trasformare una banale premessa horror in qualcosa di complesso e spassoso, mostrando come l'inventiva possa andare oltre i limiti tecnici e del budget.
Voto: 8
Lo guarderò sentendomi parte di almeno 300 gradi di quel totale cui alludi.. ma lo trovo su Raiplay?
RispondiEliminasu Prime!! L'ho visto anche io, è un film brillante e molto gradevole
EliminaÈ geniale, per la sua struttura. Vero amore per il cinema. Ci vuole pazienza nella prima parte 😅
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