Good Boy: il film horror shock sull'uomo vestito da cane (NO SPOILER)


Good Boy, film del 2022 del regista norvegese Viljar Bøe, è un esempio perfetto di quanto il cinema horror possa avere ancora un senso, trovando nuove e inquietanti storie da raccontare.

Molti di voi, lettori e lettrici, conosceranno bene Brian Griffin, tra i protagonisti del noto cartone animato, dissacrante e politicamente scorretto, nato dalla fantasia di Seth MacFarlane. Brian è un cane che parla e si comporta come un umano.

Bene, Good Boy ha per protagonista Frank, un uomo che indossa un costume da cane e che si comporta da perfetto animale domestico. Non parla, mangia nella ciotola, scodinzola, obbedisce al suo padrone: Christian, ricco rampollo di buona famiglia, rimasto orfano e dunque unico erede dell'ingente patrimonio familiare. I due vivono insieme in una splendida villa nella quale fa il suo ingresso Sigrid, studentessa e cassiera, aspirante fidanzata di Christian. I due si conoscono tramite un'app di incontri e dopo pochissimo tempo si danno appuntamento di persona. Lui, introverso e poco socievole; lei, esuberante e un po' frivola, accetterà di seguirlo in villa. Qui troverà una sorpresa scioccante: Frank, l'uomo che vive come un cane, non solo mascherato da cane. 

Qual è il senso di tutto questo?

È proprio questa domanda che spinge Ingrid a continuare la frequentazione di Christian. Vuole sapere se Frank fa sesso, letteralmente come un cane. Vuole capire fino in fondo lo strano rapporto tra l'animale domestico e il padrone. È la curiosità che va oltre alla ragione e che spinge Ulisse a oltrepassare le Colonne d'Ercole oppure, rimanendo in ambito cinematografico, che convince il restauratore Stefano ad andare a fondo al mistero dell'affresco del martirio di San Sebastiano, nel capolavoro avatiano "La casa dalle finestre che ridono". 

Partendo da uno spunto originale, Good Boy è una lenta discesa nell'incubo ed è tutt'altro che prevedibile: ogni ipotesi è percorribile. Lo spettatore osserva i due protagonisti nel loro primo appuntamento, cercando di capire le sfaccettature del loro carattere. Quando le idee sono più chiare, con lo svolgimento della trama, è come assistere a una partita a poker, tra bluff e carte scoperte, basti pensare al dialogo sul "letto rifatto male". La tensione è in crescendo, grazie a una perfetta messa in scena che fa perdonare i buchi di sceneggiatura (tanti).

Non condivido, inoltre, il giudizio di chi parla di finale prevedibile. In parte lo è (io sono tra quelli ad aver indovinato), ma il colpo di scena narrativo nel finale dell'opera rimane agghiacciante, chiosa ideale di un film horror che non ha bisogno di entità demoniache, splatter e di torture per colpire nel segno.

Commenti