MIsericordia: il film di Emma Dante che ribalta il concetto tradizionale di famiglia (di Bonigol)


di Bonigol

Disponibile su RaiPlay, Misericordia è un film drammatico del 2023 diretto da Emma Dante (Le Sorelle Macaluso) e basato sulla sua omonima pièce teatrale. 

Il film utilizza "sfacciatamente" uno stile crudo, provocatorio ma anche poetico, che unisce la "fisicità" e la forza del linguaggio teatrale all'estetica, per raccontare una favola di emarginazione sociale. 

Siamo in una fatiscente baraccopoli in riva al mare di una Sicilia povera e arcaica, nei pressi di una discarica a cielo aperto.

Qui vive Arturo, un diciottenne orfano, con grave ritardo fisico e mentale del quale si prendono cura due prostitute, Nuccia e Berta. La madre del ragazzo (loro amica e "collega") è morta mettendolo al mondo, subito dopo aver subito violente percosse, così le due donne lo hanno "adottato" e cresciuto con affetto, nella brutalità della vita del piccolo insediamento. 

In un ambiente ostile, "polveroso" e dominato dai "magnaccia", Arturo passa le giornate giocando con i bambini più piccoli, tra le pecore e i prati di sterpaglie, coccolato e protetto da tutte le donne della comunità il cui obiettivo inconfessato è trovare un modo per dargli un futuro migliore, lontano dalla miseria in cui vivono, anche se questo comporterebbe scelte difficili come la separazione da lui.

​La narrazione è fortemente influenzata dalla presenza di Arturo, personaggio che, pur non parlando, esprime tutto attraverso il suo corpo e i suoi movimenti. La sua "danza" continua, il suo vorticare su se stesso, diventa un simbolo della sua purezza, ma anche della sua condizione di "eterno bambino" e della prigionia in cui vive.

Emma Dante ribalta il concetto tradizionale di famiglia, mostrando come un legame d'amore possa nascere anche al di fuori dei vincoli di sangue. Le due prostitute (alle quali se ne aggiungerà una terza, più giovane) diventano le figure materne e sororali di Arturo, dimostrando una forza e una tenerezza inaspettate in un simile "sottomondo".  La violenza continua sulle donne, la povertà estrema e il degrado (in una scena, uno dei protettori urina sui giocattoli dei bambini, così, senza alcun motivo) non impediscono all'istinto materno di venire a galla ("...dal letame nascono i fior").

La regia di Emma Dante, con la sua forte impronta teatrale, dà grande importanza al linguaggio del corpo (nudo o svestito che sia) che diventa parte del paesaggio e della comunicazione stessa. 

La splendida Avrai, di Claudio Baglioni impreziosisce una sequenza di grande speranza nel futuro in cui tra gioie e disillusioni viene auspicato tutto ciò che un nuovo venuto al mondo dovrebbe vivere lungo il cammino che porta all'età adulta. Un'ode musicale per accompagnare con dolcezza l'amara poesia di una vita difficile.

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