Weapons: Zach Cregger, voce tra le più originali del cinema di genere moderno


di Bonigol

A tre anni dal successo di Barbarian, il regista Zach Cregger si è inventato Weapons, un horror corale, ambizioso e stratificato che si pone come uno dei film più accattivanti e riusciti del genere horror. 

Se Barbarian giocava con le nostre aspettative spiazzandoci continuamente, Weapons alza ulteriormente la posta, offrendo un'esperienza narrativa complessa, intrecciata, inquietante e avvolta nel mistero.

​Il film, infatti,  prende avvio da un evento inspiegabile: diciassette bambini di una stessa classe spariscono nel nulla, di notte, alla medesima ora. Ai loro genitori scioccati non restano che le riprese delle telecamere di sorveglianza che ne immortalano l'ultima corsa, spedita, verso un luogo indefinito. Questo dramma sconvolge una tranquilla comunità americana, scatenando un'ondata di insofferenza e sospetto.

Il racconto ci giunge attraverso prospettive sempre diverse. Passando da un personaggio all'altro (ad esempio la maestra, subito additata come possibile responsabile, oppure il padre di uno degli scomparsi) vengono rivissute le giornate precedenti e seguenti alla "fuga" dei ragazzini, andando a comporre quel puzzle angosciante che svela gradualmente gli strati "torbidi" delle singole persone e, per estensione, della società stessa.

​Cregger mostra la sua brillantezza regalandoci la visione intrigante di ciò che sta accadendo, svelandone lentamente (ma al momento giusto) i dettagli e combinando una regia tecnica e geometrica, che esalta la tensione in ogni inquadratura, con situazioni da horror puro. Il film non mira a spaventare attraverso i (rarissimi) jumpscare (sono molte di più le scene in cui te li aspetti e non arrivano) ma punta a un terrore più profondo, progressivo e costante. La paura è una presenza avvolgente sulla scena, anche alla luce del giorno, mentre i personaggi svolgono banali azioni come comprare una bibita al minimarket o fare rifornimento all'automobile, nulla appare tranquillo o scontato: non esiste tregua né rifugio dalla tensione che Weapons "coltiva" e insinua sottopelle.

È un horror, dunque,  che osa parecchio e non teme il gioco "sporco", azzardando anche qualche banalità laddove si  viene a creare un mistero talmente grande e stuzzicante da poter causare potenziale delusione, poi, alla resa dei conti. Critici più attenti del sottoscritto parlano di influenze illustri (da Stephen King a David Lynch) definendo il film "geniale e assurdo" e io, da amante del genere, mi ritengo piuttosto d'accordo, pur cogliendo in quest'opera (così come fu per Barbarian) un carattere complessivo tutto suo 

Il cast include nomi di spicco come Josh Brolin e Julia Garner e tutta la struttura di Weapons trae forza dall'esperienza e dalla bravura degli interpreti, abili e convincenti nel dar corpo al caos emotivo che si viene a creare.

Il torbido delle vite dei personaggi (sebbene disconnesso dal mistero centrale) emerge pian piano e affiorano piccoli segreti al servizio di una grande storia che accompagnano e supportano come un "saporito condimento" emotivo.

Non è un film per tutti (come del resto non lo è l'horror stesso) ma può dare molto a diversi target di spettatori. Per me è un sì, consiglio vivamente questa visione interessante che proietta Zach Cregger tra le voci più originali e significative del cinema di genere contemporaneo.

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