L'operaio della Fiat (la 1100): il Rino Gaetano più caustico mette a nudo le contraddizioni della protesta operaia


Una delle canzoni più caustiche di Rino Gaetano è "L'operaio della Fiat (la 1100"), uscita nel 1974 e ambientata infatti nel periodo delle proteste operaie e studentesche.

Contenuta nell'album "Ingresso libero", ha per protagonista un operaio di una fabbrica della Fiat di Torino, diviso tra cinque giorni di duro lavoro in catena di montaggio e la gita fuoriporta del weekend. 

Il primo elemento che balza all'orecchio è l'odio del protagonista verso la Fiat 128, l'automobile prodotta anche con il suo contributo, in una catena di montaggio dai ritmi insostenibili ("Neanche un minuto per ogni auto"), a cui fa da contraltare il possesso, da parte dello stesso, di una Fiat 1100. L'operaio è un perfetto meccanismo della società capitalistica e consumistica: il lavoro nella catena di montaggio ha ritmi oppressivi e fisicamente insostenibili, ma nel contempo è indispensabile per avere una buona posizione economica, permettersi così il "lusso" della gita fuoriporta e soprattutto dell'automobile di proprietà.

Ma proprio la Fiat 1100 finisce totalmente distrutta, come scopriamo nel colpo di scena raccontato nell'ultimo verso: "E insieme a una Torino abbandonata - Trovi la tua macchina bruciata", canta Rino, prima del ripetersi dell'apparente scanzonato ritornello.

Non ci sono dettagli, ma è palese che l'auto sia stata distrutta da piromani che volevano colpire un simbolo della borghesia: la protesta non colpisce i padroni, i vertici della società capitalistica, ma sempre i più deboli, come l'operaio protagonista della canzone. 

Padroni che ovviamente Rino non risparmia, nel raccontare appunto, con tono in apparenza lieve, il duro lavoro della catena di montaggio nei primi versi.

In "L'operaio della Fiat (la 1100)" si nota anche il cambiamento della figura stessa dell'operaio, sempre più destinato a "borghesizzarsi" (un tema dominante nella produzione di Gaber) e a vivere un'esistenza grigia e ripetitiva: lavoro, la gita fuori casa del weekend e il sesso con la propria donna ridotto a un mero rituale del fine settimana (basti pensare, a proposito di Gaber, al pezzo capolavoro "É sabato"). 

L'operaio della Fiat (la 1000): il testo

Hai finito il tuo lavoro

Hai tolto trucioli dalla scocca

è il tuo lavoro di catena

Che curva a poco a poco la tua schiena

Neanche un minuto per ogni auto

La catena è assai veloce

E il lavoro ti ha condotto

A odiare la 128

Ma alla fine settimana

Il riposo ci fa bene

Noi andremo senza pensieri

Dagli amici a Moncalieri

La millecento, la millecento

Hai lasciato la catena

Un bicchiere di vino buono

Ti ridà tutto il calore

Trovi la tua donna e fai l'amore

Sei già pronto per partire

Spegni tutte le luci di casa

Metti il tuo abito migliore e pulito

Lasci al gatto la carne per tre giorni

E insieme a una Torino abbandonata

Trovi la tua macchina bruciata

La millecento, la millecento, la millecento

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