Cinema: gli oscar del 2025 di Bonigol


di Bonigol

Si è chiuso l'ennesimo anno complicato per un cinema che sembra non esercitare più il fascino di una volta, indebolito via via che il tempo passa da streaming, pirateria oltre a (bisogna ammetterlo) un ingiustificato aumento dei prezzi a fronte di una programmazione sorretta debolmente dai pochi soliti titoli e registi.

Da grande appassionato, vado come ogni anno ad esporre le mie preferenze in questa speciale lista che (immagino non serva ricordarlo) è puramente personale poiché né l'ubiquità e né una disponibilità illimitata di denaro sono virtù in mio possesso. Questo mi ha portato a scegliere alcune visioni e a sacrificarne altre, per istinto, consigli di terzi e simpatie o antipatie di cast. Ad ogni modo, condivisibili o meno, questi sono i miei "Oscar" del 2025 appena concluso. 

Miglior film in assoluto

È stato oggetto di numerose polemiche, per via di alcune scelte "tecniche" (ad esempio di casting) del regista francese Jacques Audiard (noto soprattutto per Un Sapore di Ruggine e di Ossa e per Parigi 13 Arr.) e ci sono state anche critiche per qualche stereotipo maldigerito dalla comunità Lgbtq+. Tuttavia ritengo EMILIA PÉREZ, il miglior film distribuito in Italia nel 2025. La parabola di redenzione del boss messicano, narcotrafficante spietato che sogna di diventare donna per ricominciare sotto nuove spoglie una vita dedicata a "disinfettare" il dolore causato, è stato per ne un viaggio emozionante e convincente. Le belle musiche e gli onirici "balletti", nella loro ipnotica bellezza, conducono il messaggio del film direttamente al cuore dello spettatore. Zoe Saldana impreziosisce il tutto con una performance fisica e vocale davvero strepitosa. Brava anche Karla Sofía Guascón. 

Emilia Pérez è stato indebolito dalle polemiche e (per questo, a mio parere) scippato da Anora (film che comunque mi è piaciuto) all'ultima cerimonia degli Oscar. Resta comunque il film in lingua non inglese ad aver ottenuto più nomination di sempre, ben 13.

Miglior film europeo

Sebbene Emilia Pérez, sia, di fatto, un film francese in lingua spagnola, mi sento di guardare oltre (come quando si premiano due tombole alla tavolata di Natale) e riconoscere il valore di ARMAND, dramma norvegese diretto dal debuttante Halfdan Ullmann Tøndel. Il film viene etichettato come quello che i nordici chiamano kammerspiel (dramma da camera) mascherato da dramma sociale. Gran parte della storia si svolge in tempo reale all'interno di un edificio scolastico vuoto durante un pomeriggio di pioggia, creando un'atmosfera oppressiva e ansiogena e tutto ruota attorno al presunto incidente avvenuto tra due bambini di sei anni, Armand e Jon, per il quale i rispettivi genitori vengono convocati d'urgenza dal preside. Un po' come accaduto in Carnage, di Roman Polanski, la contesa passa ben presto agli adulti. Questo dramma mi ha conquistato con le sue sequenze creative, alcuni momenti di danza improvvisa e scene di fisicità estrema (come ad esempio lunghe risate isteriche o pianti incontenibili) che rompono la narrazione tradizionale. Il focus non è tanto su "cosa è successo tra i bambini", ma sulle ipocrisie, i segreti e i traumi irrisolti degli adulti che emergono sotto pressione. Gli attori sono bravissimi e Renate Reinsve (sulla cui mimica poggia gran parte del film) è straordinaria. 

Considero L'ULTIMO TURNO, di Petra Volpe, il miglior dramma. Nel reparto di chirurgia oncologica di un ospedale svizzero, seguiamo le fatiche di un'infermiera durante l'ultimo turno in una situazione di grave carenza del personale, tra rapporti complicati con i pazienti e rigidi schemi lavorativi.  Regia pregevole e protagonista (Leonie Benesch) bravissima. 

Questo film, anche tramite alcune statistiche informative, pone l'attenzione sulla situazione disastrosa della sanità svizzera, allargando il messaggio a tutta l'Europa.

Per quanto riguarda il film strappalacrime, invece, se volete che il vostro cuore sia preso letteralmente a morsi e le ghiandole lacrimali vengano spremute per bene, consiglio LA VOCE DI HIND RAJAB, racconto (con frammenti sonori e visivi reali) della disperata situazione di una bambina palestinese intrappolata in un auto presa di mira dall'esercito israeliano e in contatto telefonico con la Mezzaluna Rossa. Immagino conosciate la storia. Nel caso, preparate i fazzoletti. 

Se, invece, preferite farvi due risate, tra sorsi di vino e filosofie esistenzialiste, vi consiglio LE CITTÀ DI PIANURA, di Francesco Sossai, racconto itinerante di una "zingarata" nei dintorni di Venezia, tra due amici costantemente alla ricerca di bersi un ultimo bicchiere. Questa storia, apparentemente leggera, ma con un retrogusto amaro, fa sorridere e riflettere sulle scelte e sulla disillusione. 

Il mio preferito tra i tanti film visti "made in Italy" è però LA CASA DEGLI SGUARDI, esordio alla regia di Luca Zingaretti. Anche in questo caso si parla di alcolismo ma, a differenza de Le Città di Pianura, per il quale viene scelto un taglio goliardico, il regista opta per toni da mero dramma. Si raccontano le difficoltà di un ragazzo di nome Marco (la vicenda è basata sul suo romanzo autobiografico) che anestetizza col bere la sua ipersensibilità verso il mondo. Una storia raccontata bene e con realismo che, senza accanirsi, carezza il cuore. 

Come miglior film di denuncia sociale scelgo IL SEME DEL FICO SACRO, di Mohammad Rasoulof, che ci porta nei conflitti ideologici e generazionali all'interno di una famiglia borghese iraniana, durante le repressioni per le proteste studentesche. Nascono conflitti d'interessi e spaccature (anche di genere) tra genitori e figli, il giorno in cui la pistola del padre, sparisce dal comodino in cui era custodita. Anche questo film fa riflettere parecchio sulla libertà di pensiero e sulla "censura" del dialogo anche in famiglia.

La migliore sceneggiatura, per me è quella di HERETIC, horror mistico che unisce a un'atmosfera misteriosa ottimi dialoghi con riflessioni sul destino e sulle religioni. 

Scott Beck e Bryan Woods, già sceneggiatori del primo A Quiet Place, tramite un superlativo Hugh Grant, ci propongono un inquietante esperimento per mettere alla prova la fede di due malcapitate adepte divulgatrici. Merita, fidatevi! 

Quando si parla di fotografia, allora devo ammettere di avere un debole per i film di Robert Eggers. Jarin Blaschke ha creato l'atmosfera giusta in ognuno dei suoi lungometraggi, settando una giusta saturazione e preferendo tinte fredde e opprimenti. La storia di NOSFERATU la conosciamo tutti e il film non ne stravolge l'essenza ma vederlo al cinema è stato un piacere per gli occhi e non posso che "premiarne" le profonde suggestioni.

Ho visto diversi film d'animazione, come ad esempio Il Robot Selvaggio, Inside Out 2 o Linda e il Pollo ma quello che mi ha conquistato è stato FLOW, storia di uno stoico gruppetto di animali, capitanati da un micetto nero, in fuga dall'alluvione che sta sommergendo un mondo che sembra non comprendere più l'uomo. Si avvale di una tecnica d'animazione sfumata, quasi impressionista e il film è privo di dialoghi ma lascia soprattutto spazio ai suoni della natura. È stato premiato con l'Oscar e, a mio avviso, ci sta tutto. Piace anche al mio gatto...

Ora passo a un "non premio", ossia a rivelarvi il film che mi ha deluso di più in questo 2025. È inevitabile uscire dal cinema insoddisfatti, soprattutto quando le aspettative sono alte. Sono molti i titoli che mi hanno fatto storcere il naso, come ad esempio Here (di Zemeckis), Black Phone 2, Tornando a Est o il tanto discusso live-action Biancaneve, ma c'è una regista che stimo, Kathryn Bigelow dalla quale mi aspettavo, apprestandomi alla visione di A HOUSE OF DYNAMITE, un film all'altezza dei suoi precedenti. Purtroppo invece di una "casa piena di esplosivo", la regista statunitense impacchetta un film vuoto, incentrato su un rischio nucleare già visto migliaia di volte e per di più raccontato da tre prospettive diverse. Più che una delusione è un supplizio. Ne ho visti di più brutti, certo (capita a chi ogni tanto si spara un trash movie), ma non più deludenti di questo. 

La canzone che mi ha conquistato (e non sono il solo, visti i riconoscimenti ricevuti) è sicuramente Golden, singolo che spicca nella colonna sonora del film d'animazione K-POP DEMON HUNTERS, anche se, dovendo "quotare" un'intera soundtrack la mia scelta ricadrebbe su A PERFECT UNKNOWN, con le canzoni di Joan Baez e (soprattutto) Bob Dylan, sebbene le corde vocali siano, in questo caso, di un bravo Thimotée Chalamet. 

Concludo con le preferenze individuali.

Mi ha colpito molto l'interpretazione di Mikey Madison in ANORA. Per me è stata eccezionale, benché si siano aperti dibattiti con pareri molto contrastanti sulla sua vittoria agli Oscar. 

Bravissime anche Kate Winslet per LEE MILLER, Amy Adams in NIGHTBITCH e (ammirata giusto in chiusura di 2025) Jennifer Lawrence che con il suo ruolo di Grace in DIE, MY LOVE! credo concorrerà alla prossima corsa alla statuetta dell'Academy. 

Tutte queste attrici meritano il mio primo posto. 

Per quanto riguarda il miglior interprete maschile, ho apprezzato Di Caprio in UNA BATTAGLIA DOPO L'ALTRA (il film mi è parso sopravvalutato), sono rimasto sorpreso e affascinato da un irriconoscibile Hugh Grant in HERETIC e da un redivivo John Litghow ne LE REGOLE DI JENNY PEN. 

Considero però Timotée Chalamet, nei panni di Bob Dylan, il migliore del 2025 (il film è, ovviamente, A PERFECT UNKNOWN).

Recentemente ho potuto ammirare un dramma complesso sull'immigrazione e il lavoro nero all'interno di un grande ristorante di Manhattan. Il titolo originale è La Cocina ma è stato tradotto in ARAGOSTE A MANHATTAN. Mi è parso il film in cui la mano del regista si sia veramente contraddistinta. Lunghi piani sequenza nel caos della cucina, un bianco e nero efficace sul 4:3 asfissiante e alcune trovate interessanti mi hanno fatto optare per Alonso Ruizpalacios, cineasta finora a me sconosciuto.

Da menzionare anche la regista scozzese Lynne Ramsay, che con DIE, MY LOVE! racconta la depressione post-partum in chiave onirica e delirante.

Ho volutamente tralasciato la sezione horror poiché tratterò questa valutazione a parte avendo ammirato molti film notevoli quest'anno. Sarà mia premura condividere titoli e preferenze. 

Questi sono i miei top movies di un 2025 (anno solare) un po' fiacco ma capace talvolta di sorprendere. Come sempre mi aspetto qualche replica. Mi piace leggere pareri altrui che portino la mia attenzione su film che ancora non ho visto ma degni di nota. Ogni commento (anche discordante) sarà gradito. Nel frattempo vi auguro un buon 2026 (spero) di ottimo cinema!

Commenti

  1. Col cinema siamo davvero distanti.. poi a sentir parlar male di Here mi vien da piangere.. concordiamo giusto su House of dynamite, veramente un filmetto.. Buon Anno cinematografico!!.. e Nolan spero metta tutti d'accordo ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. aahah io qui non posso commentare, ma solo leggere :D

      Elimina
    2. Eh, direi ulteriore conferma di ciò e pensa che sto scegliendo i migliori horror dell'anno... 😅
      Here per me vale come Graphic Novel. Peraltro mi ricorda troppo A Ghost Story, nella sua essenza. Sono un grande fan di Tom Hanks, dai tempi di Casa Keaton e Bachelor Party e vederlo ringiovanito con l'AI mi ha fatto venire in mente la grafica dei videogiochi moderni. Non sembrava per niente reale. Mi spiace che mi abbia deluso, avrei voluto che così non fosse. Speriamo in Nolan, ma anche lui non passa sempre indenne le mie considerazioni. Un saluto. Ma il tuo top movie, dunque?

      Elimina

Posta un commento