È Natale (ma io non ci sto dentro): gli Articolo 31 demoliscono il Natale (e non hanno tutti i torti)



Tornati in auge con la recente Réunion, gli Articolo 31 sono stati tra gli assoluti protagonisti della musica italiana degli anni '90. Raggiunsero il successo commerciale con il disco "Così com'è", grazie a due singoli mainstream come "Domani" e "Tranqui Funky". Ma nel disco c'erano tante canzoni politicamente scorrette, versi caustici verso le scena hip hop e la società dell'epoca, che vi invito a riscoprire. 

Facendo un passo indietro, nel 1993 gli Articolo 31 intervennero a gamba tesa anche sulla festa più amata da tutti, con il brano "È Natale (ma io non ci sto dentro)". Sono passati 31 anni e i versi suonano ancora attuali, fuori dalla retorica a cui spesso ci adeguiamo e adattiamo. 

Perché il Natale progressivamente si è svuotato del contenuto religioso e si è  "zavorrato" a tal punto, nei suoi rituali consumistici, da diventare non più una festa, ma un peso, una serie di formalità a cui siamo costretti. Diventiamo così un po' tutti il Riccardo Garrone di Vacanze di Natale:

E anche questo Natale se lo semo levato dalle palle


La canzone degli Articolo 31 infatti, nei versi finali, punge proprio su questo aspetto: il Natale da festa cristiana è diventata festa del consumismo (su spinta dei nostri...fratelli americani), una corsa al regalo più grande e più bello e al cenone più ricco e sfarzoso. 

La pubblicità, ovviamente, dà la spinta martellandoci di spot  a ogni ora. I versi sferzanti di J-Ax non dimenticano i telegiornali che ci inondano di scene di violenza e di guerra, per poi passare ai servizi sui mercatini di Natale. 

E le povere mamme? Spesso costrette a massacranti preparazioni per un pranzo di Natale esagerato e abbondante. Basterebbe molto meno, per celebrare adeguatamente il senso del Natale: stare a tavola in compagnia delle persone che più amiamo. 

È Natale (ma io non ci sto dentro) degli Articolo 31: il testo


Caro Babbo Natale non ci sentiamo da parecchio, comunque è lo stesso,
adesso prestami orecchio
ho una richiesta e se ti resta tempo senti, anche perché mi devi
ancora un Big Jim e una pianola Bontempi, 
non ho risentimenti ma tuo creditore resto, dunque ho
un pretesto per richiederti un gesto
il palinsesto di radio e tv a Natale dirigilo tu e fai qualcosa
di speciale e non il solito mix dei
Puffi e di Asterix, con la cantilena di Cristina D'Avena, ridammi
Furia e Nico Fidenco uccidi i Puffi!
Voglio vedere un incontro di boxe tra Tyson e Bossi!
Voglio che i personaggi di Beverly Hills abbiano
tutti bisogno del Clerasil
voglio vedere la Cuccarini con un
mini bikini bere un Martini
sentendo "Tocca qui" cantata da Masini

Perché è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro

Sono già due mesi che sento odore di mandarino e di aghi di
pino e ne ho la nausea, pubblicità
del panettone senza pausa, assediato da nevicate di mandorlato!
In cucina mia madre è chiusa
già da un mese, poverina si sbatte di brutto lavora come un
somaro albanese, ha fatto tra l'altro
anche otto chili d'arrosto, nel migliore dei casi mi trovo a
mangiare gli avanzi fino ad Agosto,
mi sento indisposto, sarà perché ho mangiato caramelle
sottocosto, piuttosto faccio posto nello
stomaco a un bicchiere di Pinot, mentre lo bevo mi atteggio come
il tipo dello spot. C'è lo spot
in televisione, dannazione, adesso posso dire addio alla mia
digestione, cambio canale fatale
appare il telegiornale che, fra una guerra e l'altra, mi fa gli
auguri di natale!

È Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro

Babbo Natale da me non è mai venuto, forse perché il camino
in casa non ce l'ho mai avuto,
forse non riesce ad atterrare sui tetti perché ci sono troppe
antenne, forse gli han chiesto
il superbollo sulle renne, forse ha paura di qualche scippo,
magari è afflitto perché lo
scambiano per il Gabibbo, ma per me è da qualche parte in
Equatore che se la vive da nababbo coi
diritti d'autore! 
Suona il campanello è arrivato il prete a
benedire, passa ogni stanza bagna
le pareti d'acqua santa, guarda me, che sono sveglio da poco, e
dice che per gli esorcismi passa
dopo! Lo congedo con flemma, mi viene in mente il dilemma se il
Natale che viviamo è cristiano o
pagano o come quello americano con le letterine dei bambini, ma
non a Babbo Natale, ma ai Grandi
Magazzini!

È Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro
è Natale, è Natale, è Natale, ma io non ci sto dentro

Commenti

  1. Quante luci vi sono in giro in questo periodo,ma resta ad ognuno la scelta di farsene illuminare da quella con cui sente maggiore affinità:)
    Ecco, il Natale può essere visto o rivisto sotto una luce diversa,anche di riflessione e silenzio se vogliamo.Questo testo da te proposto,l'ho davvero apprezzato così come apprezzo molto spesso i tuoi post ,in primis per la genuinità con cui li scrivi.

    Purtroppo esiste anche IL POST ,acchiappaclik con un titolo ad effetto sull'abolizione del Natale ,una sorta di sondaggio sull'animo umano che di umano non ha davvero nulla ,se non del godersi della faziosità con cui si contraddistingue!
    Buone festività a te e famiglia ,e a tutti i tuoi lettori.

    Linda

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    Risposte
    1. Hai stra-ragione amica mia!
      Sai che mi è piaciuto un sacco la seconda parte del tuo commento (con il gioco di parole su Il post): ho letto quell' "articolo" e mi sono fatto delle risate grosse.
      Siamo davvero arrivati a quel punto, per tirare su due click e per fare "i bastian contrario" a tutti i costi...quella di negare il Natale perché "si comprano i regali e si spreca il cibo!". Partiamo dal presupposto che l'uomo non sarà mai perfetto in ogni cosa...ma la sfida è proprio questa! Saper regalare comunque qualcosa di utile. Si può spendere poco per un regalo, ma fare qualcosa di carino. Imparare comunque a non sprecare il cibo anche quando si affronta il periodo delle feste.
      Ma il problema di quel post è che si cerca di "razionalizzare e di rendere concreto" quella che è una festa "affettiva" dove la prima cosa che contano sono i sentimenti.
      Vale anche per il problema opposto: farsi trascinare nel baratro del mero consumismo o del Natale a tutti i costi: devo fare questo, quest'altro e questo ancora perché lo fanno tutti!
      Io dico sempre che bisogna "cucirsi addosso il Natale".
      Fare ciò che ci piace, non fare ciò che non ci piace (del Natale).
      Sentire la parte affettiva e non la parte concreta e razionale.
      Perché la parte affettiva in noi c'è sempre, comunque vada.
      Che il Natale sia il manifesto della ritrovata affettività

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  2. Il Natale, da Festa comune e di immenso significato originario, deve riuscire a salvarsi nel privato di ognuno di noi.

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