di Denis "Wrong" Vicini
La neve cade, lenta e silenziosa,
copre i ricordi come un lenzuolo bianco.
La panchina aspetta, fredda e vuota,
il peso di un'assenza che nessuno nota.
Quei passi che nessuno sentiva arrivare,
sono svaniti nella bruma,
orme cancellate,
prima dall'indifferenza
e poi dal vento della sera.
Qualcuno che non abbiamo mai guardato dritto negli occhi,
ha lasciato il suo respiro qui,
ora è solo ghiaccio che nessun tempo scioglierà.
Domani un altro siederà,
ignaro di tante lacrime ormai sepolte,
qualcuno leggerà il giornale, qualcuno l'ultimo best seller,
c'è chi verrà qui per i preliminari dell'amore...
Qualcuno verrà qui, perché non ha altro posto per dormire.
Poi verrà la primavera a sciogliere la neve, ma nessun raggio di sole,
riporterà indietro tutte quelle vite che su questi letti improvvisati
si sono consumate.
Tornerà il sole ad accarezzare il legno,
a scaldare le venature screpolate.
Nuove storie fioriranno, leggere,
mentre quelle ormai passate non torneranno più.
Forse un giorno, tra i rami verdi,
qualcuno avvertirà un sospiro
che viene da un altro mondo...
La panchina che sa, non dirà niente, di chi ha amato e poi perduto,
di chi su quel legno ha riso, pianto, ha solo giocato oppure ha amato il mondo fino all'ultimo istante, nonostante tutto.
E così il ciclo si ripete, ogni inverno, ogni estate, ogni stagione...
La panchina resta muta testimone di chi passa e non ritorna.
Di chi su quel legno ci lascia un pezzo di cuore e di chi ci lascia anche la vita.

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