La domenica delle salme: il testamento di Fabrizio De André (spiegazione e analisi del brano)

De Andrè nel videoclip della canzone

Vero e proprio testamento "ideologico" e spirituale di Fabrizio De André, "La domenica delle salme" è uno dei capolavori assoluti della sua produzione musicale. Il brano descrive la grande "normalizzazione" di fine anni '80, dopo il periodo degli scontri in piazza e dei movimenti di protesta, con il definitivo prevalere del credo capitalista americano e di una società diretta al puro consumismo. 

Il titolo della canzone richiama la Domenica delle Palme, il trionfale ingresso di Gesù Cristo a Gerusalemme, salutato dalla folla che sventolava rami di palma. La Domenica delle Palme, per Faber, sono stati i moti sessantottini, l'utopia che l'immaginazione al potere potesse sgretolare gli schemi precostituiti, imposti da una società che si reggeva su un potere corrotto, e ridurre le diseguaglianze create da quella società. L'utopia che il singolo, unendosi in un collettivo, potesse veramente cambiare le cose, come raccontato nello splendido concept album "Storia di un impiegato". Ma dopo la Domenica delle Palme c'è stata la crocifissione di Gesù Cristo, quindi dell'utopia, ma in questo caso nessuna resurrezione, ma solo "gli addetti alla nostalgia" che accompagnano con i loro flauti "il cadavere" di questa utopia.

D'altro canto "La domenica delle salme" è la canzone più cruda e oserei dire apocalittica di tutta la produzione cantautoriale di De Andrè. Mauro Pagani, coautore, la definì "la descrizione lucida e appassionata del silenzioso, doloroso e patetico colpo di stato avvenuto intorno a noi senza che ci accorgessimo di nulla, della vittoria silenziosa e definitiva della stupidità e della mancanza di morale sopra ogni altra cosa. Della sconfitta della ragione e della speranza". In pratica la società del consumismo e del materialismo più sfrenato, di matrice americana, aveva preso sempre più piede, mentre, sullo sfondo, prendevano piede movimenti neonazisti ("La scimmia del Quarto Reich") e cadevano i regimi comunisti ("I polacchi inginocchiati agli ultimi semafori rifacevano il trucco alle troie di regime", riferimento ai polacchi emigrati in occidente e impegnati a pulire i vetri delle auto, simbolo del "regime", cioè della società basata sullo sfrenato consumismo). Chi protestava nelle barricate, dunque, si era fatto sedurre da un apparente benessere e si era "imborghesito": De Andrè aveva già colto questo atteggiamento e lo aveva descritto poeticamente nel disco Rimini (1978), nelle canzoni "Coda di Lupo" e "Parlando del Naufragio della London Valour", ancor prima (1975) in "Canzone per l'estate". "Com'è che non riesci più a volare", cantava Faber rivolto all'ex studente rivoluzionario divenuto oramai un borghese, immagine - quella dell'impossibilità di volare, ecco appunto l'utopia, l'uomo non può volare - che sarà ripresa anche da Giorgio Gaber nella celebre "Qualcuno era comunista". Per ciò che concerne il figurato naufragio della London Valour, non posso non ricordare che l'uomo si era chiuso nel proprio orticello, "con le pipe e gli scacchi", facendo sua la lezione del Candido di Voltaire, mettendosi al riparo da ogni sorta di naufragi (sperando cioè di non dover fare i conti con il destino avverso) e da ogni rivoluzione, cioè il cambiamento, contro la società. Siamo dunque giunti a fine anni '80 con la "normalizzazione" imperante. Meglio occuparsi ognuno del proprio benessere personale, del proprio giardino, piuttosto che occuparsi dei problemi della collettività e della società.

A proposito di benessere, non a caso il figurato colpo di stato raccontato da Faber parte da Milano: città simbolo della nuova età benestante degli Yuppies, la Milano da bere della movida e della moda, ma anche della televisione berlusconiana, propagatrice del nuovo modello sociale e di quel "gas esilarante" che anestetizzava (d'altro canto la televisione è considerata l'arma di distrazione di massa). Lo stesso cinema italiano, in fondo, negli anni '80 aveva perso la sua forza espressiva e la sua caustica satira, adeguandosi ai modelli americani, ma soprattutto soffriva la "concorrenza" della televisione, sempre più presente nelle vite degli italiani.

In questo "panorama", De Andrè si immagina come "l'ultimo cittadino libero" assieme al suo cugino De Andrade, un'altra figura anarchica. Si tratta del poeta brasiliano Oswald De Andrade, il "padre" di Serafino, uomo di sinistra che lotta vanamente contro il conformismo e contro la società borghese. I cantautori (De Andrè stesso), in questo periodo storico, si sono dimostrati incapaci di denunciare la corruzione dilagante e la perdita di valori: non hanno più credibilità e infatti "i pochi viandanti", cioè i pochi ad avere consapevolezza dell'attuale situazione, li mandano "a cagare" dopo averli sentiti cantare mezz'ora. Ma tra i cantanti c'è anche chi si è allineato al potere (chi si è inchinato "in ginocchio"), quando avrebbe dovuto usare la propria voce per denunciarne gli abusi e la corruzione. 

Al termine di questo procedimento di "normalizzazione", l'unico coro di "vibrante protesta" è il canto dei grilli, che incornicia il silenzio totale delle persone, oramai assuefatte e incapaci di alzare appunto la propria voce. 

Commenti

  1. Riky davvero complimenti per l'accorta e acuta analisi. Siamo in tanti incapaci di reagire ormai, normalizzati, assuefatti, quasi neanche più "addetti alla nostalgia". Serve chi ci strigli, come fai te, a ritrovare senso e a non abbattersi.

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    1. Grazie Franco! Pensa che ho recuperato un mio scritto del 2002 (!) che avevo stampato e conservato. L'ho rimodellato un po'. In realtà c'era anche altro da scrivere, ma alcuni punti della canzone hanno interpretazioni particolari, come quello su Renato Curcio. Ho fatto una cosa più asciutta. Canzone davvero bella, una delle mie favorite di Faber

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  2. Non conosco la canzone e ho pensato ad un refuso, leggendo il titolo del post.
    Ero già pronta ad inviarti un messaggio, ma effettivamente non sarebbe stato da te. ;)
    Buone Palme

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    1. E' bellissimo infatti il riferimento alla domenica delle Palme. Ecco, su quell'interpretazione sono sicurissimo!

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  3. Ottimo post, i miei complimenti.
    Sereno giorno.

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  4. La canzone mi sfugge. Stranamente non amo molto De André; per meglio dire, non abbonda nelle mie playlist.
    Però "La domenica delle salme" è troppo bello come titolo di un post: richiama quello che io pensavo ieri della domenica palmare :)

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    1. Devo dire che come canzone di De André, questa non ti calzerebbe a pennello, in effetti, diversamente..da Hotel Supramonte e Canto del Servo Pastore :)

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  5. Un poco di tempo fa leggendo un articolo celebrativo su Woodstock mi ero soffermato sulle testimonianze di alcuni testimoni di quel concerto: uno era diventato direttore di una delle Banche coinvolte nello scandalo dei Mutui subprime, un'altro era diventato un grande testimonial del partito repubblicano nonchè sostenitore della Lobby delle Armi. Certo, non tutti avevano seguito lo stesso imbarazzante percorso, c'era anche la ragazza diventata una tranquilla madre di famiglia prima e nonna amorevole poi. Però mi ha fatto pensare al come la generazione che, si diceva, dovesse trasformare il mondo, fosse stata invece trasformata (in peggio) dal mondo. Penso anche di questo parli la canzone, adattata alla realtà italiana.

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    1. Esattamente.
      E' lo stesso tema presente anche del disco di Gaber che ho recensito qualche giorno fa.
      Un tema per me molto affascinante :)

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  6. E lui invece a differenza di altri cantanti(tra cui credo anche Venditti) ha usato la sua di voce " non allineata al potere ".

    Qui scorgo bene anche il tema dell'utopia che mi sta molto a cuore...


    -Ma dopo la Domenica delle Palme c'è stata la crocifissione di Gesù Cristo, quindi dell'utopia, ma in questo caso nessuna resurrezione, ma solo "gli addetti alla nostalgia" che accompagnano con i loro flauti "il cadavere" di questa utopia.

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    1. Infatti anche Venditti ha smesso di fare canzoni impegnate per dedicarsi a brani più commerciali.
      L'utopia era quella dei moti sessantottini.
      Invece quella di Gesù Cristo era la rivoluzione dell'amore. E l'amore, infatti, è risorto, perché lo puoi tagliare a pezzetti e lui rinasce :)

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    2. Metti paura Riky quando sei "incazzato"...mette brividi quel tuo ultimo post e quella parte di chi ti consiglia di essere te stesso e di fare questo o quello ,come se non ti conoscesse meglio di me che non ami sentirti dire quello che è giusto per te o non è giusto.

      Ho meditato molto sui tuoi ultimi commenti un po da "preveggenza" :)nel senso che si è verificato qualcosa che anche a noi poteva accadere,solo che ho maturato la consapevolezza ulteriore che per difendere altre persone corri il rischio di travolgere le stesse implicate...e li poi devi avere la forza dell'amore che è l'unica trascendenza riappacificante tra anime.É una vicenda accaduta qualche giorno fa e risoltasi fuori dai riflettori del "cringe".

      Mi dispiace molto sentirti così deluso e amareggiato,ma forse uscire dal silenzio con quel nuovo post credo tu abbia messo la stessa attenzione verso la "cura delle parole "che in questo momento ti rappresentano...ciao Riky e buona Domenica delle Palme



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    3. Ciao cara...no dai, spero che la mia arrabbiatura non possa far paura :). Sono un can che abbia e non morde, non trovi? Mi hai regalato un sorriso (intenso, vero) perché tu (e pochi altri) hai capito che io non amo appunto sentirmi dire cosa sia giusto per me o non, o su cosa debba fare. Ammetto però di essere deluso e amareggiato, perché non mi aspettavo certe cose da persone a cui voglio un bene enorme, ma certamente non posso mettere in discussione (e non voglio farlo) il bene che loro vogliono a me.
      Comunque ammetto che è una mia debolezza, quasi atavica, dai tempi in cui ero bambino...il voler essere apprezzato dalle persone. E nel momento in cui mi sento apprezzato "zero" e vedo invece tanti apprezzamenti rivolti altrove (attenzione: non sto parlando di blogosfera eh :D), esce ulteriore delusione. Poi sono amareggiato per questioni lavorative (c'è proprio un chiaro riferimento nel post), ma io non posso lamentarmi perché a detta di tanti "ho tempo libero, lavoro a due passi da casa e sto come un pascià ancora con i genitori", eppure sono sempre lì, in orari da lavoro e fuori dall'orario di lavoro ("eh ma non dovresti lavorare fuori dagli orari di lavoro"), perchè io le cose le voglio fare bene, punto.
      Anche io ho bisogno ogni tanto di una pacca sulla spalla...
      Però quel post lì ha sempre uno scorcio di positività...io credo veramente in quanto scritto in quei bigliettini.

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    4. Se leggi i biglietti partendo dal basso..c'è un filo conduttore. Non vivo nei rimpianti del passato..ma so che ho scritto comunque belle pagine di vita e ne scriverò delle altre. Ciò che faccio è ciò che amo: scrivere. Anche se ultimamente scrivo solo per lavoro. Il mio scopo nella vita..vorrei essere apprezzato, anche se torno ad avere dubbi: l'apprezzamento può esserci a prescindere dalla mia scrittura? Di sicuro ho imparato che non conta la perfezione (in quello che faccio), ma progredire: e posso dire di aver fatto grossi progressi, con la scrittura, negli ultimi due-tre anni. E infine dire sì a se stessi e - in alcune occasioni - saper dire no agli altri, con amore...questo concetto, che si ricollega all'ultimo bigliettino, è molto, molto importante...

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    5. Guai se smettessi di vedere sempre quel filo conduttore :)mi ha fatto piacere averti regalato un sorriso ,lo ammetto...

      - Il mio scopo nella vita..vorrei essere apprezzato, anche se torno ad avere dubbi: l'apprezzamento può esserci a prescindere dalla mia scrittura?

      "Quando un uomo ha l'amore non è più in balia di forze più potenti di lui, perché diventa egli stesso una forzapotente.” Leo Buscaglia

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    6. Si ,l' ultimo concetto adesso mi è molto più chiaro...grazie Riky .Ho riletto questo post è credo che sia davvero la dimostrazione che stia proprio dentro e fuori il tuo scrivere ,il tuo essere ! È davvero così necessario scindere una forza che attinge dalla stessa mi chiedo?
      Buona giornata di Pace🌿☘️

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    7. Comunque sono contento perché ieri ho risolto una grossa bega sul lavoro...mi dà forza vedere che il mio livello sia salito...guarderò spesso questa immagine con questi bigliettini. E no, non sono in crisi o difficoltà, ma solo un po' stanco e quando la stanchezza prende piede poi è facile che vengano fuori la rabbia e la delusione..ma ho imparato che devo essere sempre a testa alta, comunque vada, non per stupido orgoglio, ma perché io do sempre il massimo, e io ovunque, in cielo e in terra, sono l'essere più prezioso..ognuno di noi singolarmente è l'essere più prezioso. E se noi amiamo noi stessi, riusciremo ad amare anche tutti gli altri :) Buona giornata di pace a te, cara L.

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    8. Hai risolto una grossa bega sul lavoro?...e dimmi è quel lavoro che si occupa della psicologia umana,delle relazioni tra esseri umani, perché a livello giornalistico/sportivo (professionista ,professionale) sento felicemente che sei apprezzato:).

      Forse è arrivato il momento in cui io stacchi o viva rete e fuori rete con più leggerezza e con la consapevolezza che *preziosi *anche se tutti tutti non ci sentiamo di esserlo,possiamo impegnarci progredendo in questa direzione (esattamente come riportato in uno dei bigliettini) .

      "Amerai il prossimo tuo come te stesso"....filo conduttore ←→" E se noi amiamo noi stessi, riusciremo ad amare anche tutti gli altri :) "


      Una delle motivazioni,la più valida, bella e vera che ho sempre apprezzato dietro il nick di misterloto.

      Stai bene Riky,ciao

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    9. Siii ho risolto una patata bollente (ecco, forse definizione piu' corretta del romagnolo "bega") e questo mi ha dato molto fiducia. Strano avere una risposta così immediata.
      Per quel che riguarda "lo staccare", effettivamente ne abbiamo bisogno tutti: poi si riprende, si riparte. Comunque domenica felicissima (e non per la vittoria del mio Milan). E anche un bel lunedì di relax, mi serviva :)

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  7. Grande analisi di una grande canzone. Ricordo che la prima volta che vidi il video restai completamente rapito dall'atmosfera (il video entra subito nel vivo della canzone, senza l'intro iniziale che ricordo nella versione del disco), chiusa poi da quel canto di grilli e cicale. E ti lascio immaginare cosa capii quando cantò "il poeta della Baggina"... :D
    Pezzo fantastico.

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    1. Caro Guido, ti rispondo due anni dopo (mi era sfuggito questo tuo commento). Concordo: è un pezzo fantastico. Va venire i brividi a ogni ascolto

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