Rino Gaetano e la trilogia delle rose: Cogli la mia rosa d'amore, Rosita e al compleanno della Zia Rosina, le analisi


Il 2 giugno del 1981 moriva in un incidente stradale l'amato cantautore Rino Gaetano. Una morte che ha lasciato molti dubbi e che per una teoria, sviluppata anche dall'avvocato Rino Mautone nei suoi scritti, ha assunto i contorni di un vero e proprio omicidio.

Si può discutere e mettere in discussione questa teoria, ma non certo il fatto che Rino Gaetano fosse un personaggio scomodo, per i suoi testi di versi solo all'apparenza "nonsense", versi che erano invece potenti bordate alla corruzione dilagante, all'influenza dell'America sulla politica e sulla società italiana e anche all'attività eversiva messa in atto e ai depistaggi. 

Significativa è la trilogia delle rose, canzoni del disco "Mio fratello è figlio unico" che includono lo stesso elemento, il fiore. Secondo l'avvocato Paolo Franceschetti, si tratta di un riferimento alla massoneria; secondo l'avvocato Bruno Mautone, è invece un riferimento ai servizi segreti americani, in particolare a "La Rosa dei Venti", un'organizzazione paramilitare ad essi collegata (in merito Mautone cita gli studi di Giuseppe De Litiis). La massoneria c'entra comunque: la P2, la loggia massonica italiana, che includeva anche membri dei servizi segreti italiani. Rino ha spesso inserito riferimenti alla P2 nei suoi brani.

Quale sia l'interpretazione corretta non è dato sapere, ma possiamo ugualmente analizzare "i messaggi in bottiglia" della trilogia della rosa. O meglio, proseguire, perché uno dei tre brani in questione, "Al compleanno della zia Rosina", è stato già oggetto di un mio post. un mio post. 

"Cogli la mia rosa d'amore" è una raffinata metafora della scrittura. Scrivere, per Rino, è donare una rosa d'amore, profumata, ma purtroppo fragile (le rose sono destinate ad appassire in fretta); "la mia rosa di niente" perché le parole non possono in fondo cambiare nulla, anche se l'artista può denunciare e aiutare le altre persone ad aprire gli occhi. L'uso del verbo cogliere è comunque significativo: "cogli la mia rosa", cioè capisci ciò che voglio dire nelle mie canzoni, cioè su quanto i servizi segreti americani influiscano sulla politica italiana con le loro oscure macchinazioni (basti citare i depistaggi sulle indagini durante il rapimento Moro). 

"Rosita" è un brano incalzante, che fin dal primo ascolto mi ha colpito nel raccontare l'incontro con una donna che cambia la vita ("Ieri ho incontrato Rosita, perciò questa vita valore non ha. Come era bella Rosita di bianco vestita, più bella che mai"), in una vita costellata di difficoltà, di obiettivi da raggiungere e di dubbi ("I quattrini, la speranza d'averne, far crepare d'invidia [...] Poi la sera ritornare se stessi, pensare, pensare"). Ma nel brano viene citata anche un'altra donna, Daniela. Qualcosa non torna. Infatti l'unica donna è Daniela. Rosita è appunto "La Rosa dei venti" e Rino, venuto a sapere da fonti riservate di notizie significative sulla vita politica del suo tempo (un caro amico che lavorava all'ambasciata americana, il padre di questi lavorava nei servizi segreti), inizia a raccontare, dietro i suoi versi no-sense, queste vicende (celebre l'esempio di Berta Filava): la sua vita cambia, non potrà essere mai più come prima.


Commenti

  1. Sapere anche di avere le ore contate e perdere la propria vita per gli altri ,mettendoci in guardia da quel nero che offusca la luce...anche questo è vangelo e tu ogni tanto leggendone un passo metti in vita la parola.


    Grazie Riky,buona settimana

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    1. Grazie cara...Mi piace questa rilettura della figura di Rino...che purtroppo è osteggiata dalla famiglia (ma capisco bene il loro sentimento). Ma Rino era molto di più di un artista della parola...

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