Commedia di inizio anni '80, per la regia di Carlo Vanzina, "I fichissimi" è una moderna rivisitazione del mito di Romeo e Giulietta. Romeo è interpretato da Jerry Calà, un giovane parcheggiatore milanese che si innamora di Giulietta (una bellissima Simona Mariani), sorella di Felice (Diego Abatantuono), un pugliese trapiantato a Milano, nuovo capofamiglia dopo la morte del padre, e acerrimo rivale, assieme ai tre fratelli, della banda guidata proprio dal protagonista.
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| I fratelli di Felice |
Storia certamente poco originale (compreso il dualismo italico tra Nord e Sud, più ricco e meglio sviluppato ad esempio in "L'Italia si è rotta" dal padre di Vanzina, Steno), ma resa speciale dalla comicità dei due protagonisti, assoluti mattatori. Talvolta sottovaluta la performance di Calà, che sfoggia i suoi tormentoni ("Libidine? Doppia libidine!", "Ciaooooo", "Non sono bello, ma piaccio") e mette energia e verve. Il personaggio di Romeo certo è sopra le righe (come l'abbigliamento sfoggiato in discoteca..), ma esprime perfettamente quello che era il giovane milanese di quegli anni, potremmo dire "il pre-paninaro". Una milanesità, quella di Romeo, che è invidiata fortemente dal rivale, "milanese i cient' pe' cient'", "ma l'accento che ho lo tengo perché fa rustico".
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| Lite in discoteca |
Abatantuono propone infatti il personaggio del "Terrunciello", inserendolo in modo assolutamente credibile nella trama, sparando dal primo all'ultimo minuto una raffica di battute demenziali in stile Derby, storpiando nomi a più non posso: lo spinello diventa spinacio, lo spacciatore droghiere, per non parlare del celebre motivetto "Io rinascerò, cervo di montagna".
Abatantuono recita con una mimica e una convinzione che rende appunto ogni singola battuta irresistibile: "Questo è Water", dice, riferendosi a Walter, il ricco figlio di mamma destinato a diventare il suo cognato e sposo di Giulietta, interpretato da Renato Cecchetto (l'Augusto Verdirame di Amici Miei parte seconda, scomparso lo scorso gennaio). Oppure "Ma come ti sei conciato? Pare un vestito di Luiggi 113! Non andiamo mica a ballare il minuetto, andiamo in discoteca", riferendosi al fratello da lui chiamato "ibrido". Impossibile non citare una delle scene più esilaranti del film, quella in cui Renato (un bravo Mauro Di Francesco), collega parcheggiatore di Romeo, al volante di una Ferrari "presa in prestito" dal parcheggio in cui lavora, si finge il figlio di un ricco imprenditore americano e pretendente alla mano di Giulietta (in realtà poi lascia la Ferrari all'amico). Felice, ignorando ancora il trucco, urla la sua gioia: "Mia surella, con la sua anima gemella, a bordo del cavallino ruspante! Eccezziunale veramente!". Espressione che sarà utilizzata per intitolare un altro celebre film di Vanzina con Abatantuono. Peraltro il "moto-fuggone" citato nella canzone di "Eccezzziunale veramente" è quello che Felice guida ne "I fichissimi", qui infatti lavora come dipendente di un fruttivendolo.
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| Eccezzziunale veramente! |
Il film è dunque una delle migliori commedie del periodo grazie alla recitazione dei suoi due protagonisti. Come in tutti i film di Vanzina del periodo, si abbonda di espressioni che oggi farebbero inorridire i fautori del politicamente corretto: "Simpatica, Moby Dick", dice Romeo riferendosi all'amica sovrappeso di Giulietta, mentre nella concitata scena dell'inseguimento finale urla "Sapevo che eravate terroni, ma non cannibali". Ibrido, uno dei fratelli di Felice, è così chiamato da quest'ultimo per la sua omosessualità. Il difetto del film è la parte finale: quella in cui il personaggio di Calà assume tratti di normalità, mettendo da parte la comicità per lasciare spazio alla vena romantica-malinconica.
A salvare tutto ci pensa Ugo Bologna, con una performance perfetta in toga da avvocato, nella sua requisitoria davanti al giudice. D'altra parte però il cuore del film sono i battibecchi tra i due protagonisti e i loro duelli "rusticani" nella metrò e nella discoteca Rolling Stones, non certo la storia d'amore tra i moderni Romeo e Giulietta di primi anni '80.
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