883: Hanno ucciso l'Uomo Ragno, la giusta interpretazione del brano cult


"Hanno ucciso l'Uomo Ragno", brano che dà il nome anche all'album, ha lanciato gli 883 verso il successo. 

Una canzone iconica già a partire dai primi versi, che tutti ricordiamo: 

Solita notte da lupi nel Bronx

Nel locale stan suonando un blues degli Stones

Loschi individui al bancone del bar

Pieni di whisky e margaritas

Tutto ad un tratto la porta fa slam

Il guercio entra di corsa con una novità

Dritta sicura: si mormora che

I cannoni hanno fatto bang


La corretta interpretazione del brano, sulla quale ha scritto magistralmente l'amico Miki Moz, è quella che considera l'uccisione dell'Uomo Ragno come una metafora del passaggio dall'adolescenza alla vita adulta. Lo stesso Pezzali ha dichiarato, in merito: 


L'Uomo Ragno rappresentava la purezza adolescenziale ammazzata dal mondo degli adulti. Forse non è morto. Mi piace pensare che sia ancora da qualche parte a coltivare il sogno, la chimera..


Lo stesso Repetto ha spiegato che "Hanno ucciso l'Uomo Ragno" è nata per raccontare le personali difficoltà ad entrare nella vita adulta. Le famiglie erano scettiche sulle possibilità di carriera musicale dei due ragazzi e quindi a uccidere l'Uomo Ragno erano gli adulti, che spegnavano i sogni, e gli stessi giovani che crescendo, diventando adulti, finivano per soffocare "il fanciullino" di pascoliana memoria per una vita da Travet. 

Ad ogni modo è curioso, come avevo già sottolineato in un precedente post, che gli 883 siano divenuti famosi con una canzone in cui si proclama l'uccisione dell'adolescenza, per poi, nel corso degli anni, issarsi (non volontariamente) a emblema del nostalgismo che affligge la maggior parte degli italiani.

Di "Hanno ucciso l'Uomo Ragno" vorrei sottolineare inoltre un verso chiave:

Le facce di Vogue sono miti per noi

Attori troppo belli sono gli unici eroi

Invece lui, sì lui era una star

Ma tanto non ritornerà


In fondo anche nell'adolescenza attori e attrici sono "eroi" per tutti noi: e in quegli anni i ragazzini non sognavano più per le (immaginarie) imprese degli eroi come Spiderman, quanto piuttosto per il dorato mondo del cinema. 

Negli anni '80 il cinema commerciale americano aveva preso piede anche nel Belpaese, con personaggi e film iconici che hanno reso celebri tanti attori (pensiamo al Tom Cruise di Top Gun). E nel contempo anche il mondo della moda, con le celebri modelle in prima pagina nelle copertine, iniziava ad attirare l'interesse dei giovani. In sostanza gli 883 evidenziano anche questo cambiamento all'interno delle fasce giovani della popolazione dell'epoca. 

Infine, un'altra interpretazione considera "Hanno ucciso l'Uomo Ragno" una vera e propria denuncia contro l'imperante consumismo, contro la pubblicità che impone all'uomo di comprare e consumare. 

L'Uomo Ragno rappresenterebbe il lato migliore dell'uomo (possiamo appunto parlare del lato eroico, cioè solidale), soffocato invece dall'egoismo e dall'individualismo sfrenato imposto dal modello della società consumistica ed edonistica, dove ciò che conta è il raggiungimento del piacere individuale. 

Interpretazione suggestiva, ma fuori dagli intenti degli autori, a meno di ricollegarla in questo modo: i giovani sono più idealisti (e sognatori) e  il passaggio al mondo degli adulti li costringe appunto a rinunciare a ideale e sogni, adattandosi alle regole e alle convinzioni della società. 





Commenti

  1. Una canzone che ha fatto la storia. E che, in un certo senso, continua a farne.

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    1. Gioiello pop, gli 883 oggi hanno più successo di 20 anni fa!

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  2. Ho visto la prima puntata della serie a loro dedicata su Sky, e devo dire che mi sta piacendo molto e sviscera con dovizia di particolari e molta attenzione quei disagi sottolineati nel post.. ;)

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    1. Anche io ho visto solo la prima puntata, finora: discreta come serie, con qualche momento un po' troppo cringe.
      Inizia però a farmi sanguinare le orecchie il tipo di scrittura moderna italiana, rappresentata dall'elencare situazioni che poi causerebbero il tal momento topico (nella fattispecie il bacio tra Massimo e la ragazza italo-greca)

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