Martedì 23 gennaio ho vissuto un'esperienza molto gratificante: ho indossato i panni del prof., nel doposcuola, per gli studenti e le studentesse che compongono la redazione del giornalino scolastico e che frequentano l'Istituto Scolastico del mio paese.
È stato emozionante stare dall'altra parte della cattedra: sono riuscito infatti ad esaudire un piccolo desiderio, quello di poter fare lezione. Se non fossi diventato giornalista, probabilmente mi sarebbe piaciuto fare l'insegnante o il professore.
Così in quelle quasi due ore ho messo davvero tutto me stesso, un po' strabordante e un po' sopra le righe, ma spero di essere entrato in sintonia, per un po', con questi ragazzi e queste ragazze, di averli incuriositi e magari anche un po' stupiti. E sono felice che ad ascoltarmi ci fossero anche due professori di Italiano, perché le "cattedre" di questa materia sono state fondamentali nel mio percorso di crescita.
Sono i tre insegnanti che, senza nulla togliere agli altri, mi sono rimasti nel cuore.
La mia amata maestra delle elementari, Marta Bondioli, che per prima ha creduto in un bambino che spiccava per intelligenza, che per certi versi era molto più maturo della sua età, ma per questo anche più complicato. La sua grandissima empatia, che abbracciava tutti i suoi alunni, il suo tatto e il suo amore mi hanno indicato la strada. È stata la prima a insegnarmi a usare le parole e dare sfogo alla mia fantasia e alla mia creatività.
Il prof. Ambrogio Lizambri, pensatore dissacrante e appassionato, poco interessato a farci apprendere nozioni noiose e probabilmente poco utili, ma fondamentale nell'insegnarci che la letteratura, la poesia, la filosofia e il cinema siano fondamentali per arricchire il nostro spirito: sta a noi capire in quali "angoli" si celi quella bellezza che riempie le nostre giornate. E sta poi a noi, restituire quella bellezza.
La prof. Luigia Greco, infine, che mi ha svelato un insegnamento fondamentale. Ci sono cose in cui siamo più portati ed è in quelle cose, in cui possiamo dare agevolmente il 100%, che è fondamentale dare il 150%. Perché la nostra bellezza la ritroviamo proprio in quelle cose, nella passione che ci mettiamo. Perché siamo tutti dei fiori in un enorme giardino, possiamo piacere o non piacere e sicuramente nessuno potrà capirci fino in fondo quanto noi stessi. Ma ogni fiore ha la sua bellezza indiscussa.
Le abilità che ho appreso,
le capacità deduttive,
creare connessioni,
estrarre parole e metterle in ordine.
La mia mente, il mio cuore e la passione.
Voglio dare il massimo e voglio che lei lo sappia
Non c'è solitudine nel cuore di chi sicuramente non può fregiarsi di titolo de "Il più forte", ma che si diverte nel poter dare tutto se stesso: la più grande forma di amore.
Un insegnamento che vorrei lasciare ai ai ragazzi e alle ragazze che oggi erano impegnati a sopportarmi, ma che sono ancora troppo piccoli per capire fino in fondo.
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Non smetterò mai di raccontare che bella persona sei, e questa tua esperienza descrive perfettamente quanto e come puoi comunicare facendo breccia su passione e curiosità.. ma un piccolo appunto te lo faccio lo stesso.. nelle tue delicate dediche non hai citato il prof (o la prof) che ti ha introdotto al maniacale e compulsivo utilizzo dei vocali.. ahah.. so che posso scherzare con te, perché sarcasmo e ironia fanno parte imprescindibile del bagaglio di ogni personcina sagace e intelligente.. un abbraccio forte!
RispondiEliminaGrazie Franco❤ comunque ieri ho parlato, tantissimo, l'effetto rintronamento è un po' garantito XD
Elimina"Tu allievo ieri e oggi esempio realizzato di maestro che fa altrettanto "...:)
RispondiEliminaAi ragazzi serve un "rinnovamento"...qualcuno e qualcosa che possa motivarli,certo parliamo sempre di "connessioni" che non devono mancare soprattutto nell'amore tra genitori e figli con la collaborazione della scuola e quindi degli insegnanti.
Sulla parte finale del tuo scritto ,mi permetto di dire:beh anche te eri piccolo ai tempi del professor Lizambri...fin quando sei cresciuto e hai capito fino in fondo:)
I giovani oggi sono spesso "criticati"dagli adulti ,una critica che sotto certi aspetti può essere anche uno stimolo per motivarli a credere in se stessi ,ma dal mio , purtroppo tento sempre a rivedere la causa in una mancanza di esempio positivo e di punti di riferimento del mondo adulto .
Un abbraccio a te:)
L.
Hai anche capacità predittive..sono davvero diventato un maestro, anche se per un paio di ore :D.
EliminaAi ragazzi serve qualcuno che li motivi...ecco, nella mia lunga esposizione non ho fatto mancare passaggi in cui ho cercato di insegnare proprio questo. Dare il 150%, non farsi condizionare da ciò che dicono le persone, impegnarsi a fondo nello studio soprattutto nelle materie letterarie se si è intenzionati a seguire il percorso che porta al lavoro più bello del mondo ma anche a quello pieno di criticità.
Sono d'accordissimo con quello che dici: gli adulti criticano i giovani in primis perché non riescono a capirli, ma non ci provano neppure. E noi adulti dobbiamo essere esempio e punto di riferimento. Sono proprio d'accordissimo.
Comprendo bene le tue sensazioni, dato che - almeno attualmente - sono impegnato nell'insegnare programmazione in corsi online. Ho avuto anche io dei professori cui devo molto, ma della maggior parte non posso dire di aver avuto un bel ricordo né ringraziarli dei loro insegnamenti, spesso gelosi di divulgare le loro conoscenze (ha senso in una facoltà di Ingegneria spiegare come si progettava 30 anni fa, e svolgere pochissime esperienze pratiche?) e ingiusti nel valutarci (sia a scuola che all'università). Sarà che "il pezzo di carta" dovevano darlo a tutti e quindi l'asticella del livello didattico era tenuto basso, ma inflazionando un titolo di studio, hanno danneggiato chi forse aveva qualche potenzialità se istruita all'età e al momento giusto!
RispondiEliminaPer non parlare dello stato di incertezza e desolazione col quale ho concluso ogni percorso di studi, senza mai ricevere indicazioni o suggerimenti su cosa fare dopo...
Ora, dall'altra parte della "cattedra", cerco di spezzare ogni giorno questo circolo vizioso in cui è caduta la scuola, tenendomi aggiornato su quello che insegno, trasmettendo passione oltre che concetti, e dando suggerimenti su cosa fare per affrontare il mondo del lavoro, caricandomi di energia nel vedere che la classe riesce a creare codici funzionanti e poi pubblica che ha trovato lavoro entro pochi mesi dalla fine del corso.
Grazie per la tua testimonianza, Gas.
EliminaSono felice che tu sia capace di interpretare il ruolo dell'insegnante secondoq uelli che sono anche i miei principi.
Il nozionismo non serve a nulla senza trasmettere passione e senza attivare quel vero circolo per cui tu trasmetti qualcosa ai tuoi studenti e loro a te..perché altrimenti il tuo lavoro diventerebbe una prigione soffocante.
Io dell'università non ho graditi ricordi per ciò che concerne i professori, alcuni mi sembravano lì solo per fare il compitino e portare a casa lo stipendio, altri non hanno neppure rispettato la parola presa durante le lezioni o i seminari.
Pazienza, mi tengo e mi gusto i ricordi della scuola
In ogni corso che tengo imparo anche io qualcosa dai ragazzi, anche se non pertinente quello che insegno, ed è giusto così.
EliminaSì, è giusto ed è bello così!
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