Auguri a Renato Pozzetto, genio del nostro cinema


Renato Pozzetto è uno dei più grandi artisti nati in Italia. Ha iniziato a fare cinema nel 1974, tre anni dopo il filone della Commedia all'italiana con la C maiuscola si è concluso con "Un borghese piccolo piccolo" a firma di quel Monicelli che è stato il regista probabilmente più importante di questo genere. Pozzetto non ha potuto far parte di una hall of fame di artisti solamente per ragioni anagrafiche. Perché di talento Renato ne ha sempre avuto tanto.

E il suo talento lo ha messo al servizio della nuova commedia all'italiana di fine anni '70 e degli anni '80, influenzata dalla commedia "Made in Usa" e caratterizzata da tanti elementi favolistici.

Spesso ha salvato commedie inguardabili. Negli anni '90 ha diradato le sue apparizioni, fino ad eclissarsi perché non poteva far più parte di quel tipo di cinema. Perché la commedia all'italiana stava affrontando un'altra mutazione, da una parte tendendo a dar spazio sempre più all'introspezione e meno alla critica sociale, dall'altra parte mettendo in risalto il "Neri Parentismo" da lui vissuto in prima persona con le modestissime comiche: "Neri Parentismo" che sfocerà nel boom del cinepanettone.

E quel Massimo Boldi che di Pozzetto era stato abilissima spalla, basti guardare Saxophone o Sono fotogenico, diventerà protagonista in coabitazione con quel figlio d'arte, De Sica, che con Pozzetto ha recitato in un film, "Ricky&Barabba", letteralmente tenuto in piedi da Renato.

Un gigante del nostro cinema per la capacità di dare vita a diversi personaggi mantenendo però quella mimica forgiata sui palchi del cabaret, l'umorismo surreale, il tormentone mai insistente e sempre intelligente, sublimato ne "Il ragazzo di campagna", film cult ingiustamente snobbato dalla critica.

Il picco del cinema di Renato Pozzetto rimane l'episodio che apre "Io tigro, tu tigri, egli tigra" e che esprime pienamente il gusto per il surreale, elevando il demenziale a forma d'arte. La scena della trattoria "Semivuota" è un esempio di perfezione cinematografica: non c'è virgola o battito di ciglia sbagliato.

Pozzetto non è un giullare: è un genio, è un gigante della nostra settima arte, da riscoprire film dopo film, canzone dopo canzone.

Commenti

  1. Sempre provata simpatia per lui.
    Il ragazzo di campagna è uno dei film che ho amato di più da bambina.

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    1. E' vero, tutti da bambini o bambine conoscono Pozzetto per quel bellissimo film

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  2. Grazie a mia mamma l'ho conosciuto sin da quando faceva coppia con Cochi Ponzoni in vecchi varietà Rai replicati negli anni '80. Mi resta simpatico perché non mi pare si sia fatto travolgere dai puntuali cinepanettoni come il suo collega Massimo Boldi che sinceramente ho sempre detestato.
    Non ho grandissimi ricordi dei suoi film da protagonista assoluto, mentre ricordo con piacere i suoi duetti con Adriano Celentano e Carlo Verdone.
    Curiosità: l'autista di un pullman che prendevo spesso anni fa era un suo sosia, tanto che quando viaggiavo non dicevo "Vengo col pullman" ma "Mi dà un passaggio Pozzetto!" 😅

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    1. Ahah, bellissimo l'aneddoto finale! Sì, Pozzetto con il cinepanettonismo non ha avuto che fare, ha lavorato con i "prototipi" di questo tipo di film...

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