di Bonigol
E anche il 2024 entra a far parte del passato. Si raccolgono i tappi di sughero, si ammainano le tovaglie, si preparano scatoloni e si liberano i ripiani che accoglieranno, per i prossimi 11 mesi, l'albero di Natale e i vari festoni e ninnoli.
Tempo di bilanci per chi, come me, a fine anno conta le proprie presenze al cinema, divertendosi a ordinare i biglietti in ordine cronologico e sfodera la lista di tutti i film visionati in DVD, Blu-Ray o streaming.
A inizio gennaio, io, Bonigol (gentilmente ospitato da Riky nel suo blog), mi diverto a "premiare" simbolicamente i film che mi hanno maggiormente colpito.
Lo faccio perché amo condividere la grande passione che nutro nei confronti del cinema, certo, ma anche per ricevere un feedback. Molti dei titoli che ho deciso di guardare li ho inseriti in lista perché colpito dal trailer oppure per un articolo che ne decantava il valore; la stragrande maggioranza delle mie selezioni provengono, però, dal passaparola.
Non serve una laurea per parlare tra "amici" di cinema poiché il cinema è di tutti quanti. Ognuno ha il diritto di cercare in quest'arte ciò che lo fa sentire appagato, che gli dà emozioni.
Penso a mio padre che guarda solo film "da ridere" (il suo modo per dire "comici"), all'amico con cui tuffarsi sull'horror appena uscito o a quell'altro con il quale farsi risate sulla sgangherata trama di un trash. Poi ci sono i cult, opere senza tempo, il cinema d'essai, i "blockbusters", i colossal. Ogni appetito cinematografico ha diritto d'esser sfamato, anche (sebbene non siano di mio gradimento) con fette di "cinepanettone".
È fantastico poter parlare di film con sincerità, senza sentirsi schiacciati da coloro che (con aria di superiorità) vi diranno: "Non hai mai visto un film di Kubrick???" oppure "Veramente preferisci guardare Titanic anziché un Lanthimos?" e anche "Come fai a non amare Quarto Potere di Orson Wells? Ma allora di cinema non capisci nulla!".
Non esiste una valutazione scientifica in fatto di "gusti". Abbiamo da sempre assistito a flop di film costati spaventilioni di dollari, surclassati talvolta dalla produzione indipendente messa su con fantasia e due spicci. È il cuore che decide, non il blasone.
Fatte queste brevi considerazioni vado a snocciolare la mia selezione personale dei film (suddivisi in varie categorie) visti, amati di più o "bocciati" in questo 2024 che ci siamo appena lasciati alle spalle.
Miglior film in assoluto:
POVERE CREATURE! è stato per me il film dell'anno. Non sono un fan di Lanthimos, regista bravo a creare suggestioni comunicative e provocazioni visive tali da divenire "di tendenza". Ho molto criticato la sua opera seguente, Kinds of Kindness, e anche molti dei suoi lungometraggi precedenti. Povere Creature! però mi ha conquistato e illuminato di una sognante aura. È una storia ben strutturata, una fiaba dark ottenuta dalla mescita di un pugno di fantasy, un pizzico di comicità, qualche cucchiaino di sentimento, una fetta (bella grossa) di gotico, il tutto spolverato con abbondante (e un tantino pervasivo, devo ammetterlo) sesso. La storia di una creatura incontaminata dalle convenzioni che scopre i piaceri e i drammi del mondo, prende coscienza e decide con la sua testa, in piena autonomia, della propria vita. Emozionante, pittoresco, intenso. Bello, bello. Ovviamente Emma Stone (da Oscar), Mark Ruffalo, Willem Dafoe e Margareth Qualley (anno straordinario per lei) impreziosiscono il tutto con performance di altissimo livello. Da vedere amandolo come ho fatto io o (chissà) anche odiandolo (come capita con tutto ciò che è sopra le righe).
Miglior film europeo:
LA SALA PROFESSORI, di produzione tedesca (candidato agli Oscar 2024 come miglior film in lingua non inglese), è un dramma sociale incentrato sul delicato rapporto che lega personale scolastico, alunni e genitori.
Carla Nowak è una zelante professoressa che viene a trovarsi al centro di un polverone sollevato da una serie di furtarelli avvenuti all'interno dell'istituto. Il legame che unisce insegnanti e genitori è un tema divenuto molto attuale soprattutto negli ultimi anni con la comparsa delle famigerate chat scolastiche e la scuola considerata quasi un capro espiatorio per la maleducazione o l'impreparazione dei propri figli. La Sala Professori è una storia che affronta molti più temi di quanti ne riesca ad approfondire ma dà la percezione di come sia difficile (anche per chi si sente integerrimo) muoversi senza rischiare di "calpestare" qualcuno quando si è costretti a prendere decisioni o a puntare il dito contro qualcuno.
Miglior horror:
THE SUBSTANCE è un film che ha diviso il pubblico per via di alcuni eccessi. Mi trovo, ovviamente nella parte di spettatori che lo ha amato.
Da sempre (nelle favole e nella realtà) si cerca un "elisir di giovinezza" e partendo da questo concetto Coralie Fargeat riesce a imbastire una bella metafora tra maturità e spregiudicatezza a confronto (e a conflitto) all'interno della stessa persona. Alcuni virtuosismi nella regia e un taglio distopico alla Black Mirror, fanno di questo film una piccola perla del body-horror e (anche se sono in molti ad aver storto il naso di fronte all'artificioso finale, di non immediata comprensione) il suo messaggio metaforico coglie nel segno.
Miglior dramma:
THE HOLDOVERS -Lezioni di vita- è, per me, il miglior film drammatico dell'anno. Relazione insegnante-alunno tra un vecchio burbero che si trascina dentro vecchie sofferenze e un giovane rampollo ribelle. I due si trovano costretti a trascorrere le vacanze di Natale nell'istituto scolastico, con la sola compagnia della cuoca. Ne nascerà un legame di grande affetto che sfocerà in grande sostegno reciproco. Anche questo film era in corsa per l'Oscar 2024.
Migliore commedia:
AMERICAN FICTION, premiato dall'Academy come miglior sceneggiatura non originale, è un film assolutamente da vedere (purtroppo esclusiva Prime Video) perché mette in luce forzature e controversie della società "intellettuale" statunitense. Un professore-scrittore burbero e (nella forma) ortodosso, realizza per sfida col proprio editore un manoscritto slang, sboccato, fingendosi un anonimo latitante. Sarà un inaspettato successo. I dialoghi sono affilatissimi e spassosi e nonostante qualche punta di dramma, non può non riuscire a strapparvi un sorriso.
Film strappalacrime:
MONSTER, L'INNOCENZA, diretto da Hirokazu Kore'eda è un capolavoro del montaggio che racconta la drammatica amicizia tra due compagni di scuola. Lo schema è multiprospettico e riesce a farti suscitare rabbia e a crearti convinzioni che via via si affievoliscono mentre si compone un disegno diversissimo da quanto possa parere palese. Si passa dalla rabbia alla comprensione alla commozione. Un po' come ne La Sala Professori emerge l'ipocrisia delle istituzioni con la loro integrità di facciata. Forse la mia passione per il cinema orientale avrà inciso ma considero questo film davvero meraviglioso.
Sceneggiatura:
AMERICAN FICTION. L'Academy ci ha visto bene.
Fotografia:
Su questa sezione non ho avuto alcun dubbio. Sicuramente PARTHENOPE di Paolo Sorrentino è tecnicamente un capolavoro di luce e colori. Il film, in sé è astruso e "cervellotico", ha l'ambizione di raccontarti la grande storia, attraverso aforismi, paesaggi, moine, folk e radical. Diciamo che si potrebbe gustare anche senza sonoro e cibare gli occhi con le ampie e ferme inquadrature di Napoli, del mare e con l'espressività dei primissimi piani perfetti, geometrici, penetranti. Film dove non tutto fila ma di certo è un viaggio visivo cinematografico nell'arte.
Attore:
DENNIS QUAID (The Substance). Per quella che è la funzione del suo personaggio, credo abbia reso alla grande. Ero indeciso tra lui e il grande Paul Giamatti di The Holdovers e ho scelto lui ma di poco.
Attrice:
Annette Benning (Nyad -Oltre l'Oceano). Una nuotatrice estrema che insegue il proprio obiettivo in acque pericolose e turbolente. Attrice fantastica.
Film socialmente impegnato:
Ho deciso di premiare IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA, dramma che (oltre ad essere il maggiore incasso italiano dell'anno) è stato realizzato in pochi mesi, con il preciso intento di proiettarlo nelle scuole per coinvolgere i ragazzi sul tema del bullismo. La sensibilità degli adolescenti è soggettiva e se c'è chi ha una crosta più dura contro la cattiveria non significa che questa resilienza possa essere presa come parametro universale. Ogni frase va pesata (sempre) questo è il messaggio. La storia è basata sulla vicenda (tristemente vera) di Andrea Spezzacatena, morto suicida a soli 15 anni.
Film orientale:
PERFECT DAYS, di Wim Wenders, ambientato nel noto quartiere di Shibuya, a Tokyo, racconta la storia di un uomo che ha trovato il suo equilibrio pulendo i gabinetti pubblici della città e dedicandosi a mille attività quotidiane come curare le piante, ascoltare vecchie audiocassette, leggere libri. Pian piano la sua vita si rivela ai nostri occhi (da apparentemente misera) come assai ricca. Un film dal taglio documentaristico che è un inno alla vita vissuta in maniera più spirituale che materiale. Bellissimo.
Colonna sonora/musiche:
SMILE 2, sequel horror che porta avanti la macabra catena della "morte sorridente", è incentrato sulla vita di una popstar di nome Skye Riley (interpretata da Naomi Scott). Come riportato dal regista nelle clip ufficiali disponibili on line e su You Tube, c'è stata grande cura nel creare qualche hit musicale e coreografie da palcoscenico realistiche. Ammetto, dopo la visione, di essere andato a cercarmi la canzone New Brain su You Tube e di averla inserita nella mia pop playlist.
Regia:
Coralie Fargeat, sensibile ai drammi femminili (il suo Revenge, era stato il primo Rape and Revenge diretto da una donna), con THE SUBSTANCE focalizza il tema dell'invecchiamento nel mondo dello spettacolo e di come la donna "della rivista", giunta alla mezza età venga fatta sentire vecchia o addirittura da buttare via. Del film abbiamo già parlato. La sua regia (molto Zen) è un palese omaggio a Kubrick e a grandi maestri del passato come David Cronenberg. Splendide geometrie e luci fredde futuristiche per veicolare anche grazie a dettagli molto accorti il suo messaggio.
Miglior film italiano:
IL TRENO DEI BAMBINI, di Cristina Comencini, trae spunto dall'omonimo romanzo (di Viola Ardone) del quale ho terminato la lettura la scorsa estate. Ambientato nei quartieri spagnoli napoletani, nel dopoguerra, il film racconta un vero fatto storico ossia il trasferimento temporaneo (finanziato dal Partito Comunista) di alcuni bambini ai quali le madri indigenti (vedove di guerra) non potevano provvedere. I piccoli venivano caricati su un treno diretto nel modenese e affidati a famiglie benestanti che si occupavano di nutrirli e istruirli per qualche mese. Ne esce un ritratto commovente, fatto di solidarietà ma anche di conflitti politici, gelosie, amore materno e di affetti profondi nascosti oltre croste indurite dalla cruda realtà.
Purtroppo il film è una produzione esclusiva di Netflix ma mi è piaciuto moltissimo e spero che prima o poi venga distribuito anche in streaming per accedere ai quali non sia necessario abbonarsi.
Animazione:
NIMONA è una fiaba moderna e divertente incentrata su complotti e intrighi di potere ma anche sull'inclusione del diverso, percepito come mostro dai più. Un lungometraggio molto pop che mescola draghi, cavalieri e magie con i mass-media, le tecnologie contemporanee e gli stili di vita che vanno dal medievale al moderno e futuristico. Un viaggio divertente e avvincente, la cui realizzazione partì con sonore polemiche. La Disney, infatti, scartò il progetto a causa non tanto della presenza di un bacio omosessuale ma dell'identità indefinita di Nimona, personaggio principale e mutaforma che rifiuta di identificarsi con un genere quale che sia. Per fortuna Netflix si appropriò dei diritti e completò la realizzazione di questo bellissimo film d'animazione.
Molto bello anche Il Ragazzo e l'Airone, di Miyazaki, segnalazione doverosa.
Corto:
THE PRESENT, di Farah Nabulsi, potrebbe e dovrebbe essere una storia semplice: un uomo che, in compagnia della figlioletta, si reca in città a ritirare un regalo per la moglie (un nuovo frigorifero). C'è un "però" da tenere in considerazione, i due sono palestinesi e per raggiungere la città devono attraversare un check-point con stretti tornelli e sottoporsi a umilianti e provocatorie perquisizioni attuate dai soldati israeliani. Messaggio splendido e commovente.
Film più deludente:
Il cinema dà, il cinema toglie. Spesso si entra in sala pieni di aspettative e se ne esce delusissimi.
I rumors sul cambio di rotta di JOKER FOLIE À DEUX, rispetto al primo capitolo, mi avevano messo in guardia ed ero preparato. Molti rimproveravano al sequel di Joker di essere un musical (ma io amo il genere), altri tacciavano la trama di essere "scarna" e la relazione tra Harley Queen (Lady Gaga) e Arthur Fletcher (Joaquin Phoenix) totalmente priva di chimica. Il mio lato bastian contrario sperava di poter smentire le critiche ma nonostante l'impegno e l'empatia che ho "messo in campo" nella visione sono uscito più che perplesso e ho trovato il film vuoto e piatto. Insufficiente.
Anche questa carrellata di film è terminata. Le selezioni fatte sono frutto di profonde valutazioni PERSONALI e provengono da un cinefilo amatoriale. Io non sono la giuria di un festival (ad esempio non ho visto ancora la seconda parte di Dune o il film di Salvatores né quello di Eastwood) e Il mio giudizio ha lo stesso valore del consiglio dato da un amico. Ho privilegiato le novità, sebbene alcuni film più datati mi abbiano regalato grandi soddisfazioni. Ho detto la mia e con curiosità attendo la vostra top list. Nel frattempo un altro anno di cinema è iniziato ed è già un rincorrere titoli, orari di proiezione, uscite in vendita o a noleggio. Il cinema scandisce gran parte della mia vita e questo è un enorme privilegio. Buon 2025 cinematografico (e non solo) a tutti quanti.
Siamo vagamente agli antipodi con Bonigol, cinematograficamente parlando (Povere creature e Perfect days davvero pessimi, a mio avviso naturalmente). Ma Holdovers ci trova in linea, e il cinema è meraviglioso per questo, procura sensazioni ed emozioni uniche e irripetibili, smuove (o non smuove) universi tutti personali, e la considero quasi più di una settima Arte, e concordo in pieno col privilegio che viene concesso a tutti noi che ne benficiamo con trasporto e passione. Buon 2025!!
RispondiEliminaPer quanto riguarda il 2024 non ricordo grandi cose, escluso appunto The holdovers e Conclave, ma ora aspetto The brutalist e Here con grandi aspettative.. ;)
Comunque Conclave mi ha stuzzicato, mi ha dato un po' sensazione che si tratti di cinema italiano nichilista, corrente che mi piace assai
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